Mongolia: tre fratellini in attesa

Questa settimana vogliamo raccontarvi una storia, tra le tante, di cui lo staff Ai.Bi. Mongolia è venuto a conoscenza e con cui siamo entrati in contatto.

E’ in realtà una storia triste che però, grazie all’ amore e all’ impegno di tante persone, forse avrà un lieto fine. E’ la storia di tre fratellini, un maschietto di 12 anni, una bambina di 10 ed un’altra, piccolissima, bambina di 1 anno e 8 mesi. Questi tre fratellini sono nati da tre relazioni diverse, si conosce solamente il papà della bambina più piccola, che però si è già formato un’altra famiglia, che sembra gli stia impedendo qualsiasi contatto con la piccola.

La mamma dei tre bambini è una donna con molte difficoltà, conosciuta da tutti i vicini per i suoi gravissimi problemi di dipendenza da alcool. Finchè i nonni materni erano vivi, i bambini più grandi andavano a scuola e, seppur in condizioni molto precarie, avevano qualcuno che si occupava di loro. Quando purtroppo anche i nonni sono venuti a mancare, i bambini sono stati di fatto lasciati dalla madre totalmente abbandonati a se stessi. Il maschietto, che ha un carattere forte ma anche sensibile, pieno di preoccupazione e responsabilità verso le sue sorelline, per un certo tempo ha anche vissuto per strada, diventando uno dei tanti “street children” di UlaanBaatar.

La bambina,  invece, non ha mai vissuto per strada, rimanendo a casa ad occuparsi, a soli 10 anni, della sorellina piu’ piccola, perché la madre li aveva di fatto abbandonati. I tre fratellini sono stati poi accolti da una parente, una ragazza di buona volontà e molto affezionata ai bambini, che però è molto giovane ed appena sposata, e quindi non può continuare ad occuparsi dei bambini. Attualmente il maschietto si trova all’Identification Centre di UlaanBaatar, un centro gestito dalla polizia che prende i bambini trovati per strada e li tiene li in attesa di trasferirli in istituto, mentre le bambine si trovano ancora presso la casa della giovane parente, ma questa situazione non potrà protrarsi a lungo.

Appena fuori dalla città, abita una coppia, marito e moglie che da anni, per adempiere ad una promessa fatta ad un anziano uomo giapponese che ha molto a cuore la situazione dei bambini mongoli, gestisce una sorta di casa-famiglia (in Mongolia, di fatto, non sono formalmente riconosciute strutture come comunità o case-famiglia), dove al momento si trovano ospiti tre ragazzi grandicelli, di 24, 19 e 14 anni, che da molti anni vivono con la coppia e a cui sono estremamente affezionati.

La bella notizia è che questa coppia ha già dato la propria disponibilità a prendersi cura dei tre fratellini ma, con molto senso di responsabilità, hanno chiesto di ricevere prima una formazione adeguata all’accoglienza di tre bambini che hanno già cosi tanto sofferto. Ecco allora che abbiamo avuto l’idea, assieme a Save the Children Japan con cui collaboriamo e che ci ha resi partecipi di questa storia, di invitare questa coppia al corso di formazione per coppie aspiranti affidatarie che terremo a breve nell’ambito del Progetto finanziato dall’Unione Europea che Ai.Bi. sta implementando ad UlaanBaatar.

Nel frattempo, la coppia inizierà gradualmente a conoscere i tre fratelli cosicchè, se tutto andrà come pensiamo, dopo questa formazione i bambini possano essere inseriti nella famiglia.

In attesa che la nuova Legge sulla Famiglia, che prevede finalmente il riconoscimento ufficiale in Mongolia dell’affido familiare, venga discussa e approvata, volevamo raccontarvi una storia triste che però , lo stiamo sperando tutti, avrà presto un lieto fine.