Monsignor Paglia: “In questo difficile momento dovete avere ancora più coraggio: fate scoprire alla Chiesa la bellezza dell’accoglienza di chi è stato abbandonato”

paglia (1)Ospite d’eccezione alla XXIII Settimana delle Famiglie di Amici dei Bambini, a Gabicce Mare. Nel corso della terza giornata è intervenuto S.E. monsignor Vincenzo Paglia, Presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia, il dicastero vaticano responsabile della promozione del ministero pastorale delle famiglie cristiane.

Tra monsignor Paglia e le famiglie adottive e affidatarie presenti si è subito instaurato un dibattito centrato sul grande tema dell’accoglienza.

A prendere la parola per prima è stata Lisia, mamma sia biologica che adottiva, che ha lanciato un appello all’arcivescovo: “Vorremmo che la Chiesa rivolga un invito forte all’accoglienza dei bambini abbandonati”. “È decisivo – le ha risposto monsignor Paglia – che la Chiesa e la società riscoprano la benedizione delle adozioni, perché entrambe, Chiesa e società, sarebbero più felici se scoprissero davvero quanto è bello mettere un bambino al centro dell’attenzione. Vorrei fare di questo tema – ha proseguito l’arcivescovo – una parte importante del lavoro del Pontificio Consiglio della Famiglia per la Chiesa italiana e mondiale. In particolare, vorrei dedicare alle  adozioni un momento particolare nel corso dell’Incontro Mondiale delle Famiglie, in programma a Philadelphia nel 2015”. La Chiesa quindi raccoglie l’invito a incoraggiare l’accoglienza e ne rivolge uno alle famiglie: Continuate ad accogliere e a farlo sapere – ha detto monsignor Paglia –: il vostro esempio è contagioso anche per me. Voi genitori adottivi e affidatari, voi responsabili delle associazioni dovete avere ancora più coraggio, essere da esempio per le altre famiglie, soprattutto in questo momento in cui è più facile chiudersi e intristirsi che aprirsi e gioire dell’accoglienza”.

A Lisia ha fatto seguito Vincenzo, un papà adottivo che ha chiesto qualche suggerimento su come coinvolgere le comunità locali, diocesi e parrocchie su tutte, sui temi dell’adozione e dell’affido. Il consiglio di monsignor Paglia è quello di ricorrere a quella che lui ha definito “la furbizia dell’amore”. “Visto il momento difficile – ha spiegato – c’è bisogno di attrezzare il ragionamento al fine di fare comprendere un certo tema. Sarebbe importante, infatti, che le comunità cristiane riscoprano l’adozione nel panorama culturale del nostro tempo e capiscano che l’accoglienza è più importante del martellamento dell’eterologa, che rischia di essere improntato all’egocentrismo ”.

È stato quindi il turno di Cristina, mamma di una casa famiglia che accoglie anche bambini di religione diversa da quella cristiana. “Nel nostro piccolo – ha raccontato – preghiamo tutti insieme e a volte mangiamo cibi tipici dei Paesi di provenienza dei nostri figli”. “In una visione di Chiesa universale – ha chiesto Cristina –, cosa possiamo imparare dalle famiglie dei Paesi in via di sviluppo sul tema dell’accoglienza?”

“Dobbiamo imparare ad applicare le parole di Gesù: ‘C’è più gioia nel dare che nel ricevere’ – ha richiamato monsignor Paglia –. Voi, accogliendo tanti bambini che altrimenti sarebbero rimasti soli, avete anticipato il modo in cui dovrebbe vivere tutta la Chiesa di oggi: imperniata sull’accoglienza universale. In più, voi avete accolto bambini di religioni diverse: in un momento in cui la diversità di religione rischia di creare divisione, voi avete unito! Rendiamoci conto che Gesù è impresso sul volto di tutti i bambini, ma in modo particolare sul volto di quelli abbandonati”.

Dovremmo costruire un mondo più a misura di bambino – ha concluso monsignor Paglia, prima di impartire la benedizione su tutta la grande famiglia di Ai.Bi. –: solo così avremo finalmente un mondo più adulto!”