marocco, il futuro dell'infanzia abbandonata si chiama kafala

Nasce prematuro dopo la fecondazione assistita. Scartato. E non è un caso isolato

Quando i “capricci” degli aspiranti genitori calpestano i diritti più importanti. Quelli del bambino

marocco, il futuro dell'infanzia abbandonata si chiama kafalaScartato, abbandonato. Dopo essere stato tanto voluto e cercato, addirittura attraverso la PMA, la procreazione medicalmente assistita. Perché, purtroppo, una volta arrivato, il “prodotto” era difettoso. E, così, il piccolo è stato lasciato a se stesso. In una fredda stanza di ospedale.

Il fatto è avvenuto a Bologna, dove il bimbo suo malgrado protagonista della vicenda, nato prematuro e con problemi di salute e per questo non riconosciuto dalla coppia di genitori, è stato fortunatamente subito adottato.

Interessante, in merito, la lettura data da Amelia Esposito sul Corriere della Sera.Se da un lato – ha scritto la Esposito – esiste un diritto, dall’altro esiste un dovere, una responsabilità altissima, quella genitoriale, non solo sotto il profilo normativo. Ma è certamente la terza questione la più spinosa e complessa: il diritto alla genitorialità. È oggi opinione diffusa che questo diritto non debba avere limiti. Che un figlio possa essere cercato ad ogni costo. Anche a discapito dei diritti stessi del nascituro”.

Già, diritti che, di fronte ai “capricci” degli aspiranti genitori vengono calpestati. Come in questo caso. Che non è isolato. Giuseppe Spadaro, presidente del Tribunale per i Minorenni dell’Emilia Romagna, lo ha spiegato proprio al Corriere, dicendo che “a volte (i genitori) vanno addirittura all’estero per effettuare percorsi non consentiti dalla normativa italiana, ma quando il bambino non è come lo si desidera e ha seri problemi sanitari, non tutti se la sentono e sono disposti a crescerlo. Il mio compito e quello dei miei colleghi è esclusivamente, insieme alla rete degli operatori minorili, di prodigarci per individuare una nuova famiglia a questi bimbi così sfortunati”.

Che, grazie all’adozione, tornano a essere figli. Accolti da genitori che, come motore primo, non hanno di certo l’egoismo.