Nepal. Maternità surrogata: la Corte Suprema impone lo stop all’utero in affitto

mamma nepalLa corte suprema del Nepal è intervenuta in questi giorni per esaminare possibili restrizioni del cosiddetto ‘utero in affitto’, ossia la pratica che permette a coppie senza figli di averne grazie a una gravidanza condotta da una donna terza, allarmata per il moltiplicarsi dei casi che coinvolgono donne locali “assoldate” da coppie straniere.

A Kathmandu il massimo tribunale del Nepal ha, infatti, diramato una ordinanza con cui pone uno stop provvisorio a tutte le attività che implichino l’utilizzazione di donne nepalesi per mettere al mondo figli da assegnare a coppie straniere. In particolare la Corte vuole non solo verificare l’opportunità di proteggere meglio le madri surrogate, spesso sfruttate, ma anche determinare se l’accesso ai bambini nati con questo processo possa essere aperto anche alle coppie omosessuali, che arrivano in Nepal da Israele, Francia e Stati Uniti.

Un vero e proprio mercato che sembra non tenere conto che si “gioca” con la vita di bambini, neonati, che non hanno alcuna voce in capitolo e non sono in grado di difendersi. Ma già vittime dei capricci degli adulti e del dio denaro. Perché per questo prestano il proprio ventre le donne povere dei Paesi disastrati e grazie a questo (il denaro) ci si può permettere di spendere da poche a diverse migliaia di euro/dollari per “ordinare” il figlio.

Una pratica esplosa in Nepal soprattutto dopo il terremoto che lo ha sconvolto lo scorso 25 aprile, sollevando un velo su un traffico di bambini, sordido ma legale. Il Paese ai piedi dell’ Everest è da tempo meta preferita di coppie che affittano l’utero di donne straniere per avere figli. Il Nepal è, insomma, diventato un produttore di bambini per ricchi.

In un contesto di tremenda disperazione, non manca, infatti, chi tenta di speculare sulle drammatiche condizioni della popolazione nepalese. Anche contro queste forme di schiavitù, combatte Ai.Bi.: già presente in Nepal dal 2006 dopo il terremoto si è attivata per andare incontro non solo alle necessità dei minori rimasti orfani e delle famiglie a cui il sisma ha tolto tutto ma anche alle donne che trovandosi in estreme condizioni di povertà hanno bisogno di chi si prenda cura di loro anche sul piano psicologico e materiale.

Per questo Amici dei Bambini si occupa da anni, e ancora di più dal 25 aprile scorso, della distribuzione di beni di prima necessità, di kit igienici, supporto psicologico e allestimento di uno spazio educativo di emergenza. Ma il lavoro da fare per garantire una vera assistenza è ancora tantissimo. Per questo serve il contributo di tutti, possibile attraverso una donazione o l’attivazione di un Sostegno a Distanza per l’Emergenza Terremoto Nepal.

Fonte: www.myrepublica.com