Nigeria. Mancanza di istruzione e difficoltà famigliari le prima cause della migrazione

Quella nigeriana è la prima comunità di migranti subsahariani presente in Italia

Da cosa fuggono i migranti che, dall’Africa, sono indotti a cercare rifugio in Europa attraverso le insidie, purtroppo a volte fatali, dei viaggi della speranza nel Mediterraneo? E perché i Paesi da cui provengono sono sempre sostanzialmente i medesimi, sebbene la povertà, a quelle latitudini, sia un fattore comune a molti stati? Perché, per esempio, sui barconi non ci sono mai giovani della Namibia, del Rwanda, del Botswana o anche della poverissima Sierra Leone e ci sono invece moltissimi migranti nigeriani, che costituiscono la prima comunità sub-sahariana in Italia?

Già, perché proprio la Nigeria? Con i suoi 190 milioni di abitanti questa è il paese più popoloso del continente africano e il settimo nel mondo, oltre a essere giovanissimo. Il 40% della popolazione ha infatti meno di 14 anni e, con un tasso di crescita demografica pari al 2,6% all’anno, dovrebbe raggiungere entro il 2050 i 250 milioni di abitanti. Vale a dire non molto meno della metà degli abitanti dell’intero continente europeo.

Pur essendo un paese certamente povero, la Nigeria attraversa anche periodi di crescita economica, grazie al petrolio. E allora perché fuggono? I migranti nigeriani sono per lo più giovani delle zone rurali. Questo è infatti il primo profilo, in termini numerici, di chi lascia il paese per l’Europa. Si tratta di giovani che non hanno avuto accesso a un adeguato livello di istruzione e che, quindi, non trovano alcuno sbocco lavorativo. In secondo luogo vi sono minori in situazioni di difficoltà famigliare e che, sperano, fuggendo, di potersi ricostruire una vita altrove.

Poi, con numeri inferiori, ci sono le vittime degli espropri di terreno da parte delle compagnie petrolifere, che hanno tolto loro le attività con cui si procuravano il sostentamento, pesca o agricoltura per esempio. Infine vi sono le prostitute, vittime della tratta della mafia nigeriana e infine quelli che fuggono dalla violenza dei jihadisti di Boko Haram, che, in otto anni, hanno provocato 51mila vittime.