A volte penso che dovrei odiare il Natale

Il tempo dell’attesa prima della “rinascita” di nostro figlio: “Siamo famiglie incomplete, coppie che già si vedono col figlio, che è ancora un’immagine sbiadita, che esiste già nella nostra mente, nel nostro cuore, ma ancora non è definito, non ha una consistenza, ma sappiamo che c’è”

Il Natale è il tempo della gioia, della famiglia, dei bambini. Ma per alcune coppie, è anche il tempo dell’attesa, dell’incertezza, della speranza.
Nella seguente articolo, una coppia che da due anni sono in lista per adottare un bambino da un paese africano, condivide la sua testimonianza di fede e di amore, e mostra come il tempo dell’Avvento possa essere vissuto in modo profondo e significativo, anche quando il futuro è ancora incerto.

Il tempo dell’attesa

“I Greci antichi utilizzavano due termini diversi per definire il tempo: Chronos, che rappresenta lo scorrere dei minuti, oggettivo, che nessuno può interpretare a suo modo. E Kairos che indica invece la percezione soggettiva, che ciascuno di noi può avere del tempo.
Non so se esista una Kairos collettiva, ma di sicuro noi coppie in attesa conosciamo bene il significato di questo tempo dilatato, di questi minuti che non sono scanditi dal ticchettio dell’orologio, ma che pulsa dentro le nostre bene e rimbomba, causandoci un dolore inimmaginabile, indescrivibile.
Noi coppie in attesa, protese verso tempi nuovi, con questa piccolissima luce della candela della speranza che sembra affievolire ogni giorni, ma che invece ha bisogno di essere sempre alimentata, di crescere, per non soffocare nel buio.

Famiglie incomplete

Siamo famiglie incomplete, coppie che già si vedono col figlio, che è ancora un’immagine sbiadita, che esiste già nella nostra mente, nel nostro cuore, ma ancora non è definito, non ha una consistenza, ma c’è! Il futuro è pronto a nascere, pronto a sorprenderci e posso utilizzare queste settimane dell’Avvento per vivere pienamente l’attesa, per capire il senso di questo attendere, che mi porterà verso mio figlio.
A volte penso che dovrei odiare il Natale, il momento in cui tutte le famiglie si ritrovano e festeggiano nella gioia, intorno ai bambini che scartano i regali appena trovati sotto l’albero addobbato a festa. l’immagine che ho del Natale è di una famiglia unita, bambini felici, campanelle che suonano, profumi di cannella, candele accese, colori forti che producono allegria in tutti.
Io e mio marito siamo qui, in attesa di buone notizie da un paese oltreoceano che ci sta mettendo più del previsto per abbinarci il nostro bambino, che tanto desideriamo.
Attendiamo con fiducia e per noi il senso dell’avvento ha un significato molto profondo, perché prendiamo sul serio le parole delle scritture “non sapete quando arriverà, se alla sera, a mezzanotte, al canto del gallo o al mattino”. Una sola cosa però è certa: arriverà.
Non avere paura perché Egli verrà, Gesù tornerà, Gesù verrà, lo ha promesso.

Per cui il tempus adventus Domini, che stiamo vivendo nella nostra comunità, ci invita ad aspettare con il cuore aperto, fiduciosi che la gioia arriverà anche nella nostra mangiatoia e sapremo contemplarla, perché questo tempo è stato speso con fiducia.
E Chronos e Kairos, quel giorno, festeggeranno con noi, perché il tempo dell’abbraccio sarà incalcolabile, un attimo infinito, un momento senza fine.”

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni a su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it