“Oggi avremmo già dato il nostro amore a più d’un bambino”

Mila scrive:

Buonasera, siamo dei futuri genitori adottivi (per ora abbiamo il decreto e non ancora l’ente)… Se l’adozione internazionale avesse dei costi inferiori probabilmente ad oggi avremmo già dato il nostro amore a più bambini!

Personalmente ritengo che anche i genitori “biologici” dovrebbero affrontare i colloqui con assistente sociale e psicologa perché aiutano a confrontarsi. Fanno bene alla coppia… mettendone in luce le criticità e l’armonia. Un’esperienza valida ed istruttiva.

Purtroppo i tempi lunghi e i costi alti snervano anche i più pacifici. In fin dei conti vogliamo solo essere mamme e papà in un altro modo… perché negare questo diritto e perché privare un bimbo della possibilità di essere amato (soprattutto perché sono bimbi che non sanno nemmeno cosa significhi)? Oltretutto spesso le coppie adottive maturano questa scelta dopo essere passate dall’incapacità di procreare. Un iter altrettanto lungo, doloroso, oneroso e impegnativo. Diventare mamma e papà, creare una famiglia, dovrebbe essere la cosa più SEMPLICE E NATURALE del mondo!

Cara Mila,

nelle sue parole leggiamo ancora il riflesso di ciò che, un tempo prezioso, oggi è diventato elemento di scarto.

A che cosa mi riferisco, se non a ciò di cui soltanto coppie come la sua, in Italia, oramai conoscono l’esistenza?

E di che cos’altro ha bisogno un bambino abbandonato, se non di ciò che voi avete meravigliosamente porto in questa lettera, scoprendo il cuore di una famiglia pronta ad adottare, bisognosa di nient’altro se non di un valido accompagnamento?

È l’Amore a riflettersi nella sua lettera. Lo tenga stretto a sé, perché oggi è quanto di più prezioso esista. È la risorsa con la quale riuscirete a fare felice un bambino abbandonato.

È davvero così difficile costruire e adeguare l’iter adottivo attorno a questo concetto, l’Amore familiare? È proprio di questi giorni l’uscita pubblica di un illustre magistrato, il quale ha tacciato come “superficiale” la nostra proposta di rendere più snello l’iter adottivo.

Siamo convinti invece, cara Mila, che non solo vada introdotto un iter più svelto, ma che l’Italia abbia bisogno addirittura del riconoscimento di un’idoneità sostanziale, ben diversa da quella formale radicata nella mente dei burocrati.

L’iter si sta allungando: ormai siamo intorno ai 3, 4 anni. Per non parlare dei costi. Quanto dovrebbe allungarsi ancora il percorso adottivo?

Smettiamo solo un istante di porre questa domanda agli esperti, e chiediamola a un bambino abbandonato di una periferia di Lima, o di un conglomerato urbano di Kinshasa. Che cosa risponderebbe, se non: “Fate in fretta, datemi una famiglia e rendetemi felice”?

Per lui, per tutti i bambini come lui, noi continueremo a chiedere a gran voce che le cose cambino. Firmi, cara Mila, se ancora non ha firmato, il nostro Manifesto, e lo diffonda presso le sue conoscenze e i suoi parenti. Ci aiuti a salvare l’Amore.

Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini