BAMBINIxLAPACE. Dalla Palestina alla Moldova, passando per l’Ucraina: la storia di Svetlana, Aman e della loro bambina

“Le bombe cadevano senza fare distinzioni… bambini, donne, uomini, giovani e anziani: nessuno era risparmiato”. Il cammino di una famiglia verso un nuovo inizio in cerca di pace

Svetlana e Aman, insieme alla loro bambina, sono arrivati in Moldova nell’ottobre 2023, dopo un lungo e doloroso pellegrinaggio alla ricerca di una vita più serena. La loro storia, tuttavia, è molto più complessa e struggente di quanto si possa immaginare: una testimonianza di forza, sacrificio e di un’incessante ricerca di un rifugio di pace che, passo dopo passo, il destino ha continuato a negare.

La storia di una famiglia

Il loro incontro risale agli anni universitari, quando Aman, di origini palestinesi, si trasferì in Ucraina per studiare medicina. Svetlana, giovane ucraina brillante, eccelleva negli studi e nell’arte della traduzione.
“A quei tempi – racconta Svetlana con un sorriso intriso di nostalgia – i migliori studenti accoglievano i nuovi arrivati, aiutandoli non solo con gli studi, ma anche a integrarsi nella vita universitaria”.
Da una semplice collaborazione accademica, dove Svetlana lo aiutava a tradurre il materiale di studio, nacque un legame profondo. Col tempo divennero marito e moglie: compagni di vita e anche di professione.
Svetlana si è specializzata in ginecologia, Aman in pneumologia. Insieme hanno costruito una carriera solida e rispettata, lavorando nell’ospedale della città natale di Aman, in Palestina.

Vivere sotto i bombardamenti

Proprio lì, immersi in un conflitto incessante, hanno svolto il loro lavoro con dedizione estrema, curando vittime di bombardamenti e attacchi quotidiani.
“Le bombe cadevano senza fare distinzioni – ricorda Aman con voce rotta – bambini, donne, uomini, giovani e anziani: nessuno era risparmiato”.
Un attacco particolarmente devastante gli portò via 65 parenti. Quello fu il punto di rottura, la lezione più crudele della guerra, che li spinse ad abbandonare la Palestina. Ma anche in Ucraina, patria di Svetlana, la guerra era ormai una realtà. La speranza di pace si infranse nuovamente.

La fuga in Moldova

Il passo successivo li condusse in Moldova. Un nuovo inizio, segnato però dalle cicatrici profonde lasciate dalle esperienze vissute. Da un anno e mezzo vivono presso il Centro di Accoglienza Temporanea per Profughi di Cărpineni, dove ricevono supporto psicologico e materiale. Qui, finalmente, hanno trovato un po’ di serenità: una vita semplice, ma più sicura.
Abbiamo imparato a vivere con meno – raccontano – ma con una consapevolezza più profonda del valore della sicurezza”.
Le ferite causate dalle perdite subite – vite, case, sogni e carriere – sono ancora aperte. Aman, Svetlana e la loro bambina ricevono supporto psicologico, un aiuto fondamentale per affrontare il dolore. Le loro carriere, un tempo piene di significato, sono sospese: una ferita invisibile che pesa ogni giorno.
“Vorremmo tanto tornare a lavorare, aiutare chi ha bisogno, come abbiamo sempre fatto. Ma la barriera linguistica ci impedisce di esercitare la nostra professione”, spiega Aman.
Nonostante gli sforzi per recuperare i documenti – trovati tra le macerie della loro casa – e per convalidare i titoli di studio, non sono ancora riusciti a rientrare nel loro ambito professionale. Nel frattempo, si sono adattati a lavori agricoli per poter sopravvivere, ma il sogno di tornare in corsia non li ha mai abbandonati.
Aman, oltre che medico, è anche un appassionato cuoco. Grazie alla sua abilità, ha trovato un nuovo modo per servire la sua comunità: cucina per la comunità musulmana locale, offrendo piatti caldi che sanno di casa, di memoria e di cultura. Ogni ricetta è un ponte tra il passato e il presente, un gesto di condivisione che lo aiuta a guardare avanti.

Il sostegno del Ludobus

Nel frattempo, la loro bambina riceve supporto educativo e linguistico grazie al progetto “Il Ludobus per la Pace”, imparando la lingua rumena e partecipando ad attività educative e ricreative che l’aiutano a superare i traumi e ad adattarsi meglio alla scuola.
Oggi, questa famiglia continua a lottare, con coraggio e dignità. La loro storia insegna il valore della resilienza e della speranza. La capacità di adattarsi, di rialzarsi e di guardare al futuro con fiducia è ciò che li sostiene ogni giorno. Sognano di poter tornare a contribuire con le loro competenze, come hanno sempre fatto, nella speranza che il cammino verso la pace possa davvero condurli a un nuovo inizio.

Il progetto

Il progetto “Risposta Umanitaria Integrata per gli Ucraini Colpiti dal Conflitto e i Cittadini di Paesi Terzi in Ucraina, Polonia, Romania e Moldova” è finanziato dal Ministero Federale degli Esteri della Germania tramite Diakonie Katastrophenhilfe ed è realizzato da APSCF in collaborazione con diverse ONG, tra cui Amici dei Bambini – Moldova, che coordina il progetto “Il Ludobus per la Pace”, parte integrante di questa iniziativa umanitaria.

Il tuo sostegno ai bambini dell’Ucraina

Le iniziative di Ai.Bi. in Ucraina e Moldova si susseguono ormai da tre anni. Purtroppo, la guerra non accenna a finire e, con essa, non finiscono i bisogni dei bambini e delle famiglie. Anzi, ogni giorno che passa è un giorno in più di guerra ad appesantire i pensieri, il vivere quotidiano e la speranza verso il futuro. Ecco perché oggi più che mai serve l’aiuto di tutti per riuscire ad andare incontro ai bisogni delle famiglie e, soprattutto, dei bambini, da sempre le prime vittime di ogni guerra e ogni emergenza. Chiunque può dare il proprio contributo attraverso una donazione, per dare continuità agli interventi che Ai.Bi. compie ogni giorno nel contesto della campagna #BAMBINIXLAPACE. EMERGENZA UCRAINA

E ricorda: ogni donazione gode delle seguenti agevolazioni fiscali.