Lasciti solidali. Parenti diretti e parenti collaterali

A livello di successione, si distinguono i partenti diretti dai parenti collaterali, che non hanno diritto a ricevere l’eredità se non in mancanza dei primi. Enti e Associazioni non possono mai essere “eredi diretti”, ma possono intervenire nella successione in caso di lasciti testamentari

Buongiorno, ho letto che esistono i parenti collaterali. Vorrei sapere cosa si intende con questo termine, chi sarebbero e, in caso di successione, quali diritti ereditari dovrebbero avere?
Grazie.

Buongiorno e grazie per essersi rivolta al nostro servizio.
Il nostro sportello, in realtà, fornisce informazioni soprattutto in merito a volontà testamentarie a beneficio di enti di volontariato, dunque, sicuramente, non eredi legittimi né parenti, tuttavia la sua domanda, per quanto molto tecnica, può essere utile, in generale, per comprendere quali siano i soggetti che possono intervenire in una successione.
Iniziamo a risponderle definendo, prima di tutto, cosa si intenda per “parenti”, esattamente differenziando tra parenti diretti e collaterali.
Sono parenti “in linea retta” le persone che discendono l’una dall’altra (es: genitore-figlio).
Sono parenti “in linea collaterale” coloro che pur avendo uno stipite comune, non discendono l’una dall’altra (es: fratelli o cugini).
In particolare, i parenti in linea collaterale sono quelli disposti su di una linea “parallela” che origina dallo stesso stipite. Tra questi troviamo i fratelli e le sorelle, gli zii, i cugini, i nipoti collaterali (figli dei fratelli) ecc.
I fratelli e le sorelle, dopo i discendenti e gli ascendenti, sono gli eredi preferiti.
Vi sono numerose differenza tra parenti in linea retta e parenti collaterali. Per esempio, il grado di parentela per i parenti in linea retta si calcola contando le persone sino allo stipite comune, senza calcolare il capostipite. Nella linea collaterale, invece, i gradi si computano dalle generazioni, salendo da uno dei parenti sino allo stipite comune (da escludere) e da questo discendendo all’altro parente.

Veniamo ora alla parte finale della sua domanda, relativa alla capacità successoria dei collaterali: i parenti collaterali possono ereditare fino al sesto grado, ma solo quando mancano eredi diretti e non vi sono altri successibili. Vale il principio che il più vicino in grado esclude il più remoto.
Quindi, i fratelli e le sorelle sono i parenti privilegiati del ramo collaterale e gli eredi più importanti di questa linea di parentela; ma partecipano alla successione solo se il dante causa non ha lasciato discendenti diretti (figli, nipoti, pronipoti o altri discendenti).
Quindi, come regola generale, possiamo dire che i parenti collaterali ereditano solo se non vi sono eredi diretti e non vi è testamento.
Al contrario, se il defunto ha lasciato testamento senza beneficiare dei propri beni i collaterali, questi sono esclusi dalla successione.
Un ente di volontariato, una ONG, un’associazione, come detto inizialmente, non ha alcuna parentela con il defunto e pertanto mai potrà essere considerato un erede legittimo, alla stregua di un parente collaterale. Tuttavia, a differenza di questo, potrà intervenire nella successione solo nel momento in cui il defunto dovesse lasciare un documento testamentario in cui espressamente indica quale erede o legato l’ente benefico.

Speriamo di averle fornito una risposta che abbia esaudito il suo interesse e che, magari, possa interessare anche altri lettori.
Ringraziandola porgiamo cordiali saluti.
Ufficio Diritti di Ai.Bi.

Domande e informazioni

Per ulteriori informazioni sui lasciti è possibile consultare la pagina dedicata del sito di Ai.Bi., scrivere alla mail lasciti@aibi.ito chiamare il numero 02.98822332