Siria. Dalle macerie di un Paese distrutto, un grido di migliaia di bambini: “Non lasciateci soli!” Anche nel 2017 Ai.Bi. sarà al fianco dei piccoli prigionieri di una guerra senza fine

siria-08-novSi dice che la speranza sia l’ultima a morire. Ma questo, per quasi tutti i bambini siriani, è diventato solo un luogo comune privo di valore e di fondamento. Sono oltre 6 milioni e mezzo i piccoli siriani di fatto intrappolati nei confini del proprio Paese, stravolto da una guerra che va avanti ormai da quasi 6 anni tra atrocità di ogni tipo. E a loro bisogna aggiungere gli oltre 15mila che, pur essendo riusciti a fuggire dalla Siria, si sono ritrovati completamente soli. I traumi del conflitto si riflettono in modo evidente nella loro quotidianità. Sensi di colpa, depressione, incubi, aggressività, problemi di linguaggio sono solo alcuni di questi sintomi.

Tre le migliaia di storie drammatiche che vedono protagonisti i bambini siriani, il sito Syriadirect.org ha scelto quella di Lia, una ragazzina di 12 anni. La sua vicenda è solo un esempio di quanto sta accadendo in Siria a milioni di minori. In questi anni, Lia e i suoi due fratellini hanno perso tutto e tutti. Hanno visto morire gli amici e i parenti più stretti. Hanno assistito al crollo della loro scuola – l’unico luogo che ritenevano veramente sicuro – sotto i colpi dei bombardamenti. Poi una bomba ha portato via anche la loro casa e la loro mamma. Loro si sono salvati, ma oggi, più che vivere, sopravvivono. Quasi per inerzia, soli e con un perenne sentimento di abbandono e di frustrazione“L’unica cosa che ci rimane è la speranza che prima o poi dimentichino tutto l’orrore che hanno vissuto”, commenta chi li vede ogni giorno in un campo profughi della vicina Giordania, dove i tre piccoli si sono rifugiati. Ma la speranza sembra essere morta con i loro genitori, con gli amici e, forse, anche con la loro anima.

Nel frattempo, l’intensificarsi delle operazioni militari nelle aree di Aleppo, Rural Damasco, Homs, Idlib, Raqqa e Deir az Zor non ha fatto altro che aggravare la crisi umanitaria. L’evacuazione di alcune delle zone maggiormente a rischio non ha portato la popolazione realmente al sicuro, come si poteva sperare inizialmente. I numeri lo dimostrano drammaticamente. Nella sola zona di Raqqa, ci sono oltre 10mila sfollati e 175mila bambini a rischio per le difficili condizioni igienico-sanitarie e alimentari. Nella stessa regione, si contano centinaia di minori vittime dei combattimenti, oltre 300 reclutati  come soldati e 7 milioni di bambini che vivono in povertà.

L’impresa più ardua è raggiungere le popolazioni delle zone assediate. In Siria il 70% degli abitanti non ha più accesso regolare all’acqua potabile, un milione ha a disposizione quantità troppo scarse di cibo e medicine e un terzo degli ospedali è completamente  fuori uso.

In questo scenario drammatico, Amici dei Bambini, con la sua campagna Non lasciamoli soli, non ha abbandonato i piccoli siriani. Il progetto più ambizioso è la costruzione di un nuovo ospedale pediatrico al riparo dalle bombe, ricavato sotto una collina e in grado di dare assistenza a circa 300 pazienti al giorno. Nel contempo, prosegue la distribuzione di razioni di cibo pronto per gli sfollati di Aleppo. Tutti questi sono interventi decisivi per il futuro della Siria e dei suoi bambini. Ma per riuscire a realizzarli è necessario il tuo contributo: puoi scegliere tra il sostegno alla campagna Non lasciamoli soli, una donazione libera o un versamento sul conto corrente postale 3012 intestato ad Amici dei Bambini. Il futuro dell’infanzia in Siria è anche nelle tue mani. Da oggi puoi sostenere la campagna Non lasciamoli soli anche esprimendo la tua preferenza nell’ambito dell’iniziativa La rete della solidarietà sul sito ilmiodono.it: vota per la campagna di Ai.Bi. in SiriaAnche nel 2017, infatti, Amici dei Bambini non lascerà soli i piccoli siriani, prigionieri di una guerra che ha ridotto a un cumulo di macerie sia il loro Paese che la loro anima.

 

Fonte: Avvenire