Perché fate gli appelli di adozione internazionale su Facebook?

Sulla pagina Facebook di Ai.Bi. saltuariamente vengono pubblicati degli appelli di Adozione Internazionale. Qualcuno ci ha chiesto perché lo facciamo: ecco la risposta

Non condivido assolutamente questo post (il riferimento è a uno degli “appelli” di Adozione Internazionale, precisamente quello del 29 luglio, che saltuariamente vengono pubblicati sulla pagina Facebook di Ai.Bi. e che si trovano tutti raccolti nella pagina “Figli in attesa” sul sito dell’Associazione n.d.r.). Facebook non è il luogo dove fare questo tipo di “offerte” di bambini. Tanto più che sono destinate solo a persone che abbiano già un’idoneità alla adozione. Credo che Facebook possa essere utile a sensibilizzare sul tema della adozione, ma messaggi come questo vanno inviati in forma riservata solo ai genitori in lista di attesa per l’abbinamento.

 Gentilissimi,
comprendiamo la vostra rabbia e i sentimenti controversi che possono sorgere a fronte della pubblicazione di appelli per l’adozione di minori. Anche tra gli operatori del settore ci sono pensieri contrastanti rispetto a questa prassi e probabilmente gli stessi genitori e figli adottivi hanno reazioni molto diverse.
Permetteteci, però, di sottolineare gli aspetti positivi dell’iniziativa che proponiamo già da una decina di anni, avendo alle spalle 40 anni di lavoro con i bambini abbandonati di vari Paesi nel mondo. Teniamo prima di tutto a sottolineare che gli appelli riguardano i cosiddetti bambini “special needs“, cioè coloro che fanno più fatica ad essere adottati attraverso una normale procedura, perché sono già grandicelli, o hanno patologie importanti o fanno parte di una fratria estesa.
Certamente Facebook non è il luogo più adatto al nostro lavoro, noi lo consideriamo uno dei tanti strumenti che ci permettono di portare avanti la nostra campagna di sensibilizzazione nei confronti dei bambini abbandonati e che sono in attesa di famiglia, così infatti si chiama questo progetto “Figli in attesa“.

Sensibilizzare sul tema dell’abbandono e dell’adozione

I nostri appelli sono sempre rispettosi della privacy di ciascun minore, infatti non viene indicato il paese di provenienza, ma solo genericamente l’area geografica, non viene indicata la data di nascita, ma solo l’anno e il nome che compare nelle schede è di fantasia.
Lei propone di far girare gli appelli solo tra le coppie già in attesa di adozione e quindi in possesso di decreto di adozione: ed è proprio quello che facciamo innanzitutto con le nostre coppie. Non abbiamo però accesso ai dati delle altre coppie in attesa su altri enti, oppure in attesa di adozione nazionale, che, volendo, potrebbero allargare la loro disponibilità all’adozione internazionale. Inoltre la pubblicazione degli appelli ci permette di sensibilizzare, appunto, all’adozione tutte quelle coppie sterili, senza figli o che hanno già figli, senza distinzione alcuna, e ancora più in generale di sensibilizzare al tema dell’abbandono tutte quelle persone che, pur non potendo o volendo adottare, vogliono in qualche modo dare il loro contributo.

Dare una possibilità in più ai “figli in attesa” di trovare una famiglia

In tutte le nostre comunicazioni, sul nostro sito web, sui nostri social e agli eventi cui partecipiamo, trattiamo dell’adozione in modo generico, come è giusto che sia in queste occasioni. Nella rubrica “Figli in attesa” abbiamo invece bisogno che le parole si incarnino in un bambino reale, i nostri appelli corrispondono al desiderio di Pablo, Milena e Yuri, che qualcuno li aiuti a far sentire la loro voce. È proprio quel Pablo sudamericano di 12 anni, con tutte le sue paure e difficoltà scolastiche, ad avere la speranza di essere adottato, malgrado la sua età e i suoi problemi! Se potessimo guardarlo negli occhi, oltre che leggere la sua storia, non potremmo rimanere insensibili di fronte al suo appello.
Concludo dicendole che questa prassi, che a qualcuno sembra fuori dai canoni e un po’ al limite della “decenza”, è in realtà una prassi consolidata in tantissimi altri Paesi non solo di accoglienza, come per esempio gli Stati Uniti, ma proprio nei Paesi d’origine dei bambini, come la Colombia, la Russia, il Brasile, la Lettonia ecc. dove vengono pubblicati anche foto e video dei minori in attesa di adozione e dove talvolta si fanno anche programmi televisivi o eventi pubblici.
L’unica “offerta” che noi facciamo è proprio rivolta ai minori e non agli adulti: vogliamo offrire loro una possibilità in più di trovare la loro famiglia per sempre!

Grazie per il vostro messaggio. Un cordiale saluto
Staff Adozione Internazionale di Ai.Bi.