Perù. Ugo e Wilson dai 4 mila metri all’Alto Adige: “Tra italiano, tedesco e peruviano intanto parliamo la lingua del cuore”

Un’adozione che è iniziata a 4mila metri, in Perù, con due genitori con il capogiro per l’altitudine e due fratellini pronti a giocare a pallone: è la storia di oggi per #iosonoundono, con protagonisti mamma Barbara, papà Werner e i loro due bambini, Wilson di 6 e Ugo di 9 anni. Oggi, a distanza di pochi mesi, i due bambini sono sereni e ben inseriti a scuola e in famiglia.

Li vediamo felici e questo è quello che conta – raccontano –. Noi lo siamo ancor di più”.

Il primo incontro è stato molto bello anche se non ci reggevamo in piedi per la poca aria e l’altitudine – ricordano i genitori, rientrati in Trentino i primi di dicembre dopo un soggiorno nel paese di circa 50 giorni – Dopo i primi minuti di affiatamento ci hanno chiesto subito di giocare a calcio con loro. In qualche modo lo abbiamo fatto….ci abbiamo provato almeno!

Ugo aspettava con occhi strani quei due signori venuti da lontano.

Era una palla di vestiti, per il freddo gliene avevano messo uno sopra l’altro – dice la mamma  – : ci ha abbracciati subito, poi ci ha portato dal fratellino. Dopo il secondo abbraccio, emozionati come eravamo, siamo usciti a giocare, a conoscere il villaggio vicino all’ istituto, a pranzare insieme. L’affiatamento è stato immediato, così che il giorno dopo il primo incontro i bambini sono venuti a stare subito con noi”.

L’idea dell’adozione è sempre stata forte in Barbara. “Ho conosciuto mio marito nel 2005 e avevo quasi 40 anni quando si è parlato di famiglia. Non arrivando figli è stato proprio mio marito a riproporre l’adozione, sapendo che io ero più che favorevole. E così siamo partiti con l’iter”. Poco tempo per ottenere l’idoneità così subito in partenza per Lima.

Il nostro abbinamento risale al maggio 2016 e – dicono –  siamo partiti in autunno”.

La preparazione è fondamentale anche per affrontare, da subito, le prove cui i bambini, naturalmente, sottopongono i genitori incontrati da poco. “E’ comprensibile e naturale dal loro punto di vista ma occorre mettere da subito regole  – aggiungono Werner e Barbara – . I due poi si davano manforte l’un l’altro! Ma è andato comunque tutto benissimo”.

Tra giochi nei parchi, visite allo zoo e nuotate in piscina i giorni a Lima sono trascorsi bene, varicella inclusa.

Il tempo è stato lungo ma siamo riusciti a riempirlo: abbiamo fatto un po’ di turismo anche se dovevamo espletare pratiche burocratiche in città – dicono i genitori – Noi cominciavamo a sopportare meglio l’altitudine: in Perù al mattino ti svegli con la nausea e ti pare manchi l’aria. E dire che noi abitiamo in montagna a 1300 metri!

Per i bambini, abituati a vivere in un luogo quasi ‘fuori dal mondo’ tutto era nuovo, dal traffico delle auto alla confusione e ai rumori.

Tornati in Italia i bambini si sono subito ambientati bene nel paesino di montagna in mezzo alla natura e ai boschi. “Da gennaio frequentano rispettivamente l’asilo e la terza elementare – dice Werner – : Sono intelligenti e desiderosi di imparare. Con l’italiano siamo a posto, è con il tedesco adesso che devono fare i conti perché viviamo in una zona in cui c’è bilinguismo. Ma andremo per gradi”.

Una certezza, intanto, è il pallone: “Anche qui continuano a giocare – concludono Barbara e Werner – Li abbiamo iscritti a calcio e sono perfino nella stessa squadra!