Accoglienza e sussidiarietà per rilanciare l’Adozione Internazionale all’interno del Piano Mattei per l’Africa

Importante e interessante dibattito presso la Camera dei Deputati nel convegno organizzato da Ai.Bi. e Academy Spadolini: “Dalla grave crisi delle adozioni internazionali a un Piano Mattei per l’adozione e l’affido dei bambini africani”. Un primissimo passo per avviare un dialogo con i Paesi africani nell’interesse della reciprocità, dello sviluppo, delle comunità e della cooperazione

Saluti istituzionali, personalità di primo piano e, soprattutto, un interessante dibattito hanno caratterizzato il convegno “Dalla grave crisi delle adozioni internazionali a un Piano Mattei per l’adozione e l’affido dei bambini africani”, tenutosi nel pomeriggio di martedì 21 novembre presso la Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati.
Al centro degli interventi, il piano per rilanciare l’Adozione Internazionale e potenziare l’Affido Internazionale e l’Adozione a Distanza nel contesto del Piano Mattei per l’Africa che l’attuale Governa sta formulando.

Adozione come unica possibilità per tornare a essere figli

L’evento si è aperto con il saluto dell’On. Lamberto Dini che, illustrando le ragioni e le finalità del Piano Mattei ha specificato come “Gli investimenti che verranno promossi non potranno essere solo di natura economica e strategica, ma anche umanitaria”. In questo senso, un Piano Mattei per l’Adozione e l’Affido dei bambini africani può svolgere una funzione fondamentale di “sostegno per aiutare questi Paesi a soccorrere quei bambini che sono in condizioni svantaggiate di sussistenza e di abbandono”.
Subito dopo, l’On. Simonetta Matone ha riportato la sua lunga esperienza con le adozioni in qualità dei giudice dei minori, augurandosi che il Piano Mattei possa “mettere un punto fermo” per trovare nuove strade che permettano di esaudire sia “i desideri di genitorialità delle coppie”, sia i “bisogni dei bambini”.

È quindi seguita la lettura del messaggio inviato dall’On. Antonio Tajani, in cui il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha sottolineato come il Governo sia in dialogo costante con la Commissione per le Adozioni Internazionali per trovare soluzioni concrete al calo delle Adozioni verificatosi negli ultimi anni, nella convinzione che l’adozione sia “per un bambino, occasione per un nuovo e più fortunato percorso di vita, in un calore familiare mai conosciuto prima o che ha purtroppo perduto per disagio economico, malattia o, spesso, guerra”.

Dopo queste introduzioni, i veri e propri lavori del convegno si sono aperti con l’intervento della prof. Maria Rita Parsi, che in un appassionato discorso ha sottolineato il punto di svolta che può rappresentare il Piano Mattei per i bambini africani, citando la poesia di Portia Nelson Autobiografia del cambiamento in cinque brevi capitoli che racconta di come dall’esperienza vissuta si possa imparare e si possa cambiare. “Io sono qui per cambiare strada!” ha concluso la professoressa.

Più analitico l’intervento di Luigi Tivelli, Presidente dell’Academy di cultura e politica Giovanni Spadolini, che ha evidenziato come l’Italia, “che per certi versi è il Paese della solidarietà, del volontariato e del terzo settore, è anche, però, il Paese del crollo della natalità e delle adozioni. Nel momento in cui si avvia un Piano Mattei per i Paesi africani non può non pensare a una questione e un valore di fondo che riguarda vari di questi aspetti: quella dei bimbi in gravi condizioni di salute e di denutrizione, nei vari paesi africani. Di qui l’idea e la proposta di un Piano Mattei per l’adozione e l’affido dei bambini africani”

Dell’importanza dell’Adozione ha parlato anche Marco Griffini, Presidente di Ai.Bi. – Associazione Amici dei Bambini: “La verità è che se per noi adulti esistono diverse possibilità per diventare genitori, per un bambino abbandonato l’adozione rimane l’unica via per tornare a essere figlio. Penso che un documento programmatico-strategico che si ponga, come il piano Mattei per l’Africa, la finalità di ‘promuovere lo sviluppo economico e sociale, – cioè il benessere – dei popoli del continente africano e di prevenire le cause profonde delle migrazioni irregolari’, non possa non considerare anche il benessere delle fasce più marginali della propria popolazione.

L’On. Paolo Trancassini, di Fratelli d’Italia, ha ringraziato Ai.Bi. per aver organizzato il convengo sull’Adozione e aver così “acceso una luce su un tema importante che dev’essere messo al centro dell’attenzione della politica”. A questo proposito l’onorevole ha ricordato la proposta di legge da poco presentata per semplificare e velocizzare le procedure dell’adozione nazionale, sempre nell’ottica di un lavoro, che si auspica quanto più condiviso possibile, nell’interesse e per la tutela dei minori.

La giornalista e attivista per i diritti umani Claudia Conte ha invece aperto una importante e doverosa finestra sull’affido familiare, altre forma di accoglienza fondamentale sebbene su di essa ci sia “poca informazione”. Anche perché, ancora una volta, riprendendo il concetto già espresso da Tivelli: “Il bambino non è messo al centro”. Eppure, ha sottolineato Conte: “Se vogliamo costruire un mondo migliore – come diceva Gandhi – bisogna ripartire dai bambini e vedere il mondo con i loro oggi”.

Tornando alle Adozioni Internazionali, invece, l’On. Elena Bonetti, già Ministro per le Pari Opportunità e Politiche per la Famiglia, ha ribadito come si debba lavorare per garantire procedure trasparenti e tempi ragionevoli”, nella consapevolezza di come questa forma di accoglienza rappresenti “un impegno profondo per la costruzione di famiglie e il benessere dei minori”. “Occorre certamente facilitare le procedure – ha aggiunto – ma sempre perseguendo come primario obiettivo l’interesse prevalente delle bambine e dei bambini adottati e nel rispetto della Convenzione dell’Aja, integrando i percorsi di adozione e di rapporto con gli Stati con una consolidata azione di cooperazione internazionale”.

Il Senatore Carlo Giovanardi, con un messaggio, ha ricordato il periodo “straordinario” in cui è stato Presidente della CAI, ribadendo l’importanza delle relazioni internazionali. Toccante anche il ricordo nel quale l’onorevole ha dichiarato come gli sia rimasto “impresso nel cuore” tutto il lavoro fatto per “risolvere gli impedimenti di tante famiglie italiane e dei tanti bambini abbandonati a cui abbiamo dato finalmente una famiglia”.

L’adozione non può derogare dal principio di sussidiarietà

I lavori sono poi proseguiti con il discorso dell’ambasciatore Sergio Vento, già rappresentante permanente italiano presso l’ONU e Ambasciatore d’Italia a Washington, che ha dedicato un pensiero importante all’Adozione a Distanza, strumento che permette di “finanziare la crescita di bambini africani “grazie al sostegno di “privati, associazioni e corporate” e “potendo contare su dei meccanismi di garanzia e controllo”.

È tornato al tema dell’Adozione, invece, Vincenzo Starita: “È importante – ha affermato il Vice Presidente della CAI – fare in modo che nei Paesi nei quali ci si reca per gli accordi generali previsti dal Piano Mattei si inserisca anche il tema delle adozioni. Ma sempre osservando il principio di sussidiarietà: dev’essere chiaro che le adozioni debbano poggiare le fondamenta sul rispetto dei vari Paesi, senza che prevalga la dimensione economica dei rapporti. Inoltre, occorre prestare molta attenzione a non confondere adozione e affidamento, essendo due strumenti che vanno ben distinti e sulla cui diversità bisogna fugare fin da subito ogni equivoco”.

Sulle diverse forme con le quali “declinare” l’attenzione alle persone ha insistito anche Adriano Bordignon, Presidente del Forum delle Associazioni Familiari: “Sappiamo che natalità e accoglienza vanno di pari passo, sono due elementi costitutivi di uno stesso approccio alla vita e alle persone – ha detto. Sul tema della cooperazione internazionale e quindi della valorizzazione della dignità umana, è necessario un investimento sull’economia e sulle persone. Di fronte al grande bisogno di rispetto e di dignità dei più piccoli che si trovano in condizioni di sopravvivenza e abbandono penso che sia necessario un lavoro importante di valorizzazione delle famiglie, anche in un’ottica sussidiaria, mettendole, cioè, nelle migliori condizioni possibili perché svolgano il compito di accudimento e accrescimento delle persone e dei bambini che vengono loro affidati. Il lavoro è impegnativo, il bene che abbiamo di fronte è grande, penso che intorno a questo si possa mettere in piedi un’alleanza che vada oltre le parole, ma che porti ai fatti concreti”.

Tutto l’evento è stato ripreso e trasmesso da Radio Radicale, che lo ha reso disponibile online per tutti, QUI