Prima i bambini. Famiglie alla deriva

Due giorni fa un neonato vede la luce tra dolore e solitudine nel boschetto dello spaccio di Rogoredo, oggi, sempre a Milano, la tragica notizia di un bambino di due anni morto in casa a Milano: sul corpo segni di violenza.

 

 

Oggi a Milano, un 25enne è stato fermato dalla polizia, sospettato di aver ucciso il figlio di due anni. Sul corpo sono stati trovati evidenti segni di violenza e i paramedici hanno solo potuto constatare il decesso del piccolo. A chiamare i soccorsi, intorno alle 5 del mattino, è stato proprio il padre del bambino, ma all’arrivo della polizia c’era soltanto la madre, 23 anni, cinque figli ed incinta del sesto.

Due giorni fa, una giovane donna partorisce in una cascina, dopo essersi drogata. È accaduto a Milano, nella nota zona del Boschetto dello spaccio di Rogoredo, la più grande piazza di spaccio a cielo aperto del Nord Italia e una delle più grandi d’Europa.

Storie di estremo degrado, abuso e violenza che raccontano di famiglie altamente disfunzionali e violente ma anche di maternità fragile e tossicodipendenza, come nel caso della mamma di Rogoredo.

Disagi e disfunzionalità familiare di cui si è parlato anche ieri, 21 maggio nel corso del convegno “Mamme in crescita”, realizzato da Ai.Bi. – Amici dei Bambini e dalla Cooperativa AIBC nella sede bresciana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Sala della Gloria), in collaborazione con il CESPEF – Centro Studi sulla vita matrimoniale e familiare dell’università, il Comune di Brescia e la Fondazione della Comunità Bresciana.

Interventi di prevenzione del disagio devono focalizzarsi su sinergie pubblico-privato (soprattutto sul fronte della formazione e condivisione di buone prassi) e coinvolgimento della comunità che deve prendesi carico delle fragilità: è la conclusione di questo spazio di confronto tra pubblico, privato sociale e territorio, che ha avuto l’obiettivo di tracciare e condividere prassi e modelli di lavoro per il sostegno e ’accompagnamento dei nuclei mamma-bambino vulnerabili per proteggere i bambini.

E’ questo anche l’approccio del progetto Fame di Mamma e dei servizi di accoglienza Ai.Bi. e AIBC per la presa in carico e il sostegno ai nuclei monoparentali fragili, in Lombardia.