Putin revoca il decreto sulla sovranità della Moldova. Cosa può succedere ora?

Con un annuncio a sorpresa la Russia revoca il trattato che regolava dal 2012 la politica estera del Cremlino e riconosceva la sovranità del territorio Moldavo. A Chisinau si teme un’escalation che allarghi i confini del conflitto

Dopo un anno di guerra in Ucraina, un anno di sangue, morti, bombe… Putin non accenna a un minimo passo indietro e, anzi, rilancia. Lo fa non tanto nel discorso alla nazione che poco aggiunge ai mille volte ripetuti moniti contro l’Occidente, indicato come vero colpevole che ha “costretto” la Russia all’operazione militare speciale (come ancora viene chiamata dal Cremlino la guerra in Ucraina). L’affondo a sorpresa arriva il giorno successivo, durante il discorso allo stadio Lushniki di Mosca nel quale Putin annuncia l’abrogazione del decreto del 2012 sulle linee della politica estera russa che sosteneva la sovranità territoriale della Moldova.
In particolare, il trattato – come riporta ADN Kronos – si proponeva di “continuare a partecipare attivamente alla ricerca di modi per risolvere il problema della Transnistria sulla base del rispetto della sovranità, dell’integrità territoriale e dello status neutrale della Repubblica di Moldova nel determinare lo status speciale della Transnistria”.

Da mesi la Moldova teme un coinvolgimento nel conflitto

Da mesi ormai il piccolo Paese che condivide con la Russia un lungo confine teme di essere il prossimo obiettivo delle mire espansionistiche russe: più volte la Presidente Maia Sandu, apertamente europeista, ha pubblicamente manifestato i suoi timori, e anche il recente cambio del premier da Natalia Gavrilița all’ex ministro dell’Interno Dorin Recean è stato letto da molti come il risultato della volontà di mettere un uomo più vicino all’esercito e conoscitore anche delle questioni militari in un ruolo così importante.
D’altra parte tutti ricordano che pochi giorni prima dell’invasione dell’Ucraina il Cremlino riconobbe ufficialmente l’indipendenza di alcune regioni del Donbass, utilizzando poi questo pretesto per “giustificare” la guerra. La paura è che una cosa analoga possa accadere ora con la Transnistria, il piccolo territorio moldavo che da tempo è sotto il controllo dei separatisti filorussi

Possibile un allargamento della guerra?

Ma la revoca del trattato, come sottolineato da un lungo thread di tweet dell’analista Nona Mikhelidze, riportato anche da Il Tempo.it, non riguarda solo la Moldova, annullando quelle che erano le indicazioni di politica estera verso i territori confinanti e le ex repubbliche sovietiche. Dato che un nuovo decreto che lo sostituisce ancora non c’è, nessuno sa cosa potrà accadere nelle prossime settimane anche nei confronti della Bielorussia (qualcuno paventa una possibile riunificazione) o di territori come l’Abkhazia e l’Ossezia meridionale.