Adozioni internazionali. “Quando si dice il destino: a marzo la telefonata di Ai.Bi. e a maggio abbracciavamo già nostro figlio a Xi’An”

ferrari iosonoundonoL’attesa è stata lunga, ma ne è valsa la pena: 18 mesi trascorsi come se ogni giorno fosse normale e invece, sotto sotto, l’ansia cresceva. Eppure anche quelli sono stati giorni preziosi per Silvia e Enzo Ferrari di Padova, perché arrivasse, finalmente, l’abbinamento con il piccolo Matteo Shengua.

Proprio così, la nostra pratica ha subito qualche rallentamento durante un periodo in cui la Cina aveva un po’ rallentato il ritmo, solitamente spedito, delle adozioni – dicono i Ferrari, rientrati da Xi’An in Italia a fine maggio – . Il tempo però è stato subito recuperato: dalla telefonata della referente della sede Amici dei Bambini di Mestre, lo scorso marzo, siamo poi partiti subito i primi di maggio per abbracciare nostro figlio”.

Matteo Shenghua ha compiuto da poco 21 mesi: era il più piccolo dei bambini che, in questa tornata, hanno trovato famiglia con Ai.Bi.

E’ stato bellissimo condividere con le altre famiglie del gruppo l’esperienza dell’adozione – dicono i Ferrari – : siamo rimasti molto uniti e anche in Cina siamo riusciti anche a fare un po’ i turisti”.

Nella sede Ai.Bi di Mestre, dove Silvia e Enzo hanno iniziato il loro viaggio da mamma e papà, è stata letta la storia di Shengua.

Abbandonato nella culla termica dell’istituto a pochi mesi di età – ricorda la mamma – Matteo Shengua è cresciuto nella nursery dell’istituto fino al nostro arrivo. Ha una micro oftalmia all’occhio sinistro ma vi assicuro che ci si dimentica presto di questo bisogno speciale!”. Il bambino è infatti vivacissimo ed è in grado di muoversi molto bene nello spazio, avendo trovato da solo compensazioni con l’occhio destro.

Per i Ferrari, che comunque hanno in programma visite con specialisti, questa patologia non ha impedito di frenare i loro entusiasmi: “Non vedevamo l’ora di partire e meno male che in meno di due mesi eravamo sul volo per la Cina!”, dice Enzo.

La domenica dell’incontro, Matteo è arrivato in braccio alla tata. “Non ha pianto e si è fatto prendere subito in braccio da noi – ricorda Silvia – :  eravamo molto emozionati ed è stato proprio lui a rendere le cose semplici, a spianare la strada”.

La prima settimana di ‘rodaggio’ per la famiglia è stata quella un po’ più faticosa “ma appena arrivati a Pechino, dove abbiamo soggiornato in un contesto più familiare, è stato possibile conoscerci meglio e avere ritmi regolari, adatti ai bambini”.

Con mamma e papà Matteo si è lanciato: nel voler assaggiare tutti i cibi, imparando a masticare anche quelli più insoliti per lui – “Era abituato alle pappe ma la sua curiosità lo portava a provare di tutto, anche in Cina! – ; nel voler conoscere cose nuove, nel sorridere tutto il giorno e mostrare il suo carattere solare, nel godersi i pisolini e le lunghe notti di sonno”.

Non solo: è con noi che ha imparato a camminare! – dicono felici Silvia e Enzo – Oggi corre da tutte le parti e non sta mai fermo!

Per mamma e papà non poteva capitare “un bambino più bello e bravo di così come è Matteo – concludonoLa fatica dell’attesa, che ci pareva eterna, è stata spazzata via dal sorriso di nostro figlio. La sua e la nostra gioia ha così alleggerito le pene che ci verrebbe voglia di ripetere!”.