Quella cioccolata divisa in tre: il sapore di una famiglia adottiva

“Grazie che siete arrivati!”. Le prime parole di un figlio ai propri genitori

“Grazie che siete arrivati!”. Sono queste le prime parole di figlio rivolte ai genitori, durante l’incontro in Colombia, lo scorso 12 novembre. “Ci è corso incontro e ci è saltato in braccio. Mi ero imposta di non piangere e ci sono riuscita, così lo abbiamo abbracciato e gli abbiamo sorriso” ricorda ancora commossa la mamma Eleonora che con il papà Roberto ha potuto festeggiare a Bogotà il compleanno di Eduardo, nato proprio il 12 novembre di 8 anni fa.

Una festa nella festa: la nascita di una nuova famiglia, la rinnovata nascita di un bambino diventato figlio. Mamma e papà avevano studiato spagnolo, proprio su uno dei manuali di lingua spagnola curati da Ai.Bi. e questo ha certamente facilitato da subito la relazione con il bambino.

“Prima ancora di pranzare tutti assieme, Eduardo ci è venuto incontro con un pezzetto di cioccolata che ha voluto dividere in tre – raccontano mamma e papà – è stata la miglior cioccolata che abbiamo mangiato in vita nostra perché è quella che ci ha dato nostro figlio”. La giornata del primo incontro è stata lunga e intensa: dopo l’incontro con la psicologa e l’assistente sociale, la famiglia è rientrata in albergo non prima di aver fatto qualche acquisto per il bambino e condiviso un “perro caliente” , l’hot dog che Eduardo aveva così voglia di mangiare.

“Per me era come essere a un pranzo di nozze – dice Eleonora – La sera abbiamo dormito tutti assieme , abbiamo ascoltato o guardato i messaggi di auguri arrivati dall’Italia. Era tranquillo, si vedeva che era stato preparato molto bene al nostro arrivo”. I giorni in Colombia sono serviti per unire la famiglia anche se in questo caso tutto è avvenuto con grande naturalezza.

Il viaggio di ritorno a casa è stato lungo eppure il bambino ha ben reagito a questa incredibile novità: dieci ore di volo fino a Madrid, poi l’attesa in aeroporto e l’atterraggio a Venezia la notte di Natale.

La gioia di una famiglia adottiva: gli zii all’aeroporto

“Gli zii erano all’aeroporto ad attenderci per dare il benvenuto al bambino, tutti con il cappellino di Babbo Natale in testa – ricorda Roberto – Poche ore di sonno e via la mattina dopo ad aprire i regali insieme ai cuginetti”. Eduardo va d’accordo con tutti ma ha un rapporto speciale, ricambiato, con una cugina ventenne con la quale si è sviluppata una intesa particolare. Affettuoso e gentile, il bambino sta maturando l’attaccamento alle figure di mamma e papà che, come tutti i maschietti, è considerato alla stregua di un eroe.

A otto anni Eduardo ha conosciuto l’abbandono e l’affido in due diverse case famiglia, la prima fino ai sei anni di età, la seconda fino all’incontro con mamma e papà. Esperienze che hanno permesso al bambino di sperimentare relazioni affettive ma che certamente hanno lasciato qualche segno.

“Ogni tanto Eduardo parla di una sorellina che viveva in casa famiglia – racconta Eleonora – e conserva con dedizione un peluche regalato dalla mamma affidataria”. La costruzione della famiglia richiede tempo, ma Eduardo sta dimostrando una grande apertura.

Per ora Eduardo sta prendendo dimestichezza con l’italiano, che impara ogni giorno di più e si prepara a entrare, l’anno prossimo, in terza elementare. A parte hamburger, salsicce e patatine, Eduardo mangia di tutto e come i suoi coetanei non va matto per le verdure.

“Malgrado la lunga attesa siamo contenti e felicissimi – concludono Eleonora e Roberto che sono stati seguiti dalla sede Ai.Bi. di Mestre e Pordenone – Nostro figlio è un bambino bello, bravo, rifaremmo tutto per lui! E’ trascorso molto tempo prima di incontrarlo ma non ci ha fermato niente e nessuno!”