BAMBINIxLAPACE. Può un bambino di fronte alla guerra continuare a sognare un futuro migliore? Noi di Ai.Bi. ci proviamo!

Allo scoppio di una guerra i più vulnerabili sono i bambini, perché abituati a “credere solo nel bene”. L’unico metodo efficace per tutelare la loro psiche è creare intorno a loro uno spazio sicuro e tutelato in cui alzare l’autostima e continuare a sognare un futuro migliore

Liuda è una delle psicologhe che segue, in Ucraina, i progetti di Ai.Bi. sul territorio. In particolare i “punti Ai.Bi.: spazi sicuri e colorati, a “misura di bambino”, nei quali i minori possono trascorrere le giornate in un ambiente il più possibile sereno, con l’assistenza di personale specializzato e qualificato a trattare la terribile sindrome da stress post traumatico.
Liuda ha scritto una bella riflessione su ciò che i bambini provano davanti a una situazione di guerra e di emergenza, cercando di spiegare le loro reazioni e di suggerire i comportamenti più efficaci che gli adulti dovrebbero tenere.

I ricordi di un tempo perduto

“La guerra porta nelle vite dei bambini la perdita e l’incertezza, attivando paura e allarme. I bambini perdono la loro quotidianità abituale e l’ordine della vita, e per ritrovare la sensazione di sicurezza in genere si rivolgono ai nei genitori e i conoscenti adulti.
Alcuni bambini nei primi giorni di guerra sono stati costretti a trasferirsi insieme ai propri genitori. Una mamma ci ha raccontato come hanno raccolto velocemente le loro cose, mentre il figlio ancora dormiva; com’è stata difficile la strada, senza sapere dove andare, da chi fermarsi e quanto tempo ci sarebbero stati. Anche condividere la propria esperienza con parenti e amici non è stato semplice, per via di facili incomprensioni e punti di vista differenti: “Il mio cuore si spezza dal dolore. Non mi credono!”, diceva Vittoria, mamma di Denis, 8 anni.
Masha, una bambina di 8 anni di Mariupoli, ci ha raccontato di com’era bella e accogliente la casa di sua nonna in campagna: ha condiviso i ricordi di come passava ogni estate lì, di che alberi e frutti crescevano… facendo venire le lacrime agli occhi di tutti quando ha detto che la sua famiglia non potrà più tornare in quella casa, oggi completamente distrutta.

Le reazioni dei bambini di fronte alla guerra

É un periodo non semplice per tutti, anche perché nessuno conosceva la guerra o era stato preparato per essa: i suoni delle sirene, le abitazioni distrutte, le vite strappate e le famiglie separate. La morte quotidiana di tante persone. Essere consapevoli di tutto questo e mantenere uno stato psicologico stabile è difficile.
Ma i più vulnerabili di tutti sono i bambini, che nelle loro vite sono abituati a credere solo al bene: noi, come adulti, dobbiamo fare di tutto per mantenere questa loro fede in futuro.
Quasi tutti i bambini, soprattutto quelli più piccoli, manifestano una certa regressione: fanno capricci, non mantengono gli accordi, hanno problemi con il sonno e, quando di notte gridano, mostrano paura. Se un bambino reagisce in questo modo, vuol dire che sua psiche è nella norma, che reagisce in modo adeguato alla situazione e che i genitori non devono spaventarsi del suo comportamento. I bambini piccoli hanno una psiche molto flessibile, che “butta fuori” gli elementi di paura.
I bambini in età prescolare possono sentirsi maggiormente persi e impotenti, avere paura della separazione e può succedere che nei propri giochi possano negare la situazione, rifiutare di riconoscerla e non voler comunicare a coetanei e adulti il loro vero stato d’animo.
I bambini delle elementari possono percepire maggiormente il senso di colpa, unito a impotenza, rabbia, e fantasie nella quali si immaginano come “salvatori” o super eroi. Con loro è importante continuare a discutere degli eventi e delle loro preoccupazioni, cercando di ricreare un senso di sicurezza ritrovando alcune modalità della vita abituale (giochi, comunicazioni con gli amici, ect).
L’unico metodo efficace per tutelare la psiche del bambino è creare intorno a lui uno spazio sicuro, dove non c’è preoccupazione, oppure c’è un preoccupazione “abbassata al suo livello”. Inoltre, è importante accettare qualsiasi preoccupazione del bambino, perché spesso per loro è difficile esprimere i sentimenti a parole: in questo caso il migliore aiuto può venire dai disegni, da esercizi fisici e altri strumenti di art terapia.
Perché è grazie alla comunicazione che si crea un’atmosfera amichevole e di rispetto; uno spazio sicuro e tutelato in cui alzare l’autostima e continuare a sognare un futuro migliore”.

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Dall’inizio della guerra, Ai.Bi. è impegnata in molteplici attività lanciate all’interno del progetto #BAMBINIxLAPACE, attivo in Ucraina, Moldova e Italia a favore dei bambini ucraini e delle loro famiglie. Chiunque può sostenerli con una donazione una tantum o con l’Adozione a Distanza. Ricordati che tutte le donazioni ad Ai.Bi. godono delle seguenti agevolazioni fiscali. EMERGENZA UCRAINA