Relazione al Parlamento 2017. La Garante per l’Infanzia evidenzia 10 criticità ma dimentica l’undicesima: la banca dati dell’adozione nazionale.

La presentazione della Relazione al Parlamento 2017, da parte di Filomena Albano, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, si focalizza su dieci criticità principali, a cui corrispondono altrettante possibili soluzioni. Nella presentazione del documento, tuttavia, sembra mancare un’undicesima problematica: la banca dati dell’adozione nazionale.

Filomena Albano, Autorità garante per l’infanzia e adolescenza, ha presentato, lo scorso 13 giugno, a Palazzo Madama, la Relazione Annuale al Parlamento 2017. Alla presenza del Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il volume di oltre 200 pagine si apre con le iniziative sul piano internazionale ed europeo dell’Autorità, tracciando un bilancio delle attività di ascolto delle voci dei ragazzi ristretti in istituti di pena, dei figli dei genitori separati, dei ragazzi fuori famiglia, dei minori stranieri non accompagnati e dei giovani coinvolti in  atti di bullismo e cyberbullismo.

Sono emerse serie criticità – osserva la Garante Albano – come la solitudine delle famiglie, l’esigenza di diagnosi precoci e di prese in carico tempestive. E ancora: il bisogno di continuità tra terapie residenziali e territoriali, tra minore e maggiore età e, infine, la carenza di posti letto nei reparti di neuropsichiatria infantile”.

In particolare, risaltano 10 punti criticità:  la necessità di una riforma scolastica, l’abbattimento della povertà minorile, la definizione dei livelli essenziali di prestazioni dei diritti civili e sociali, la prevenzione delle violenze sui minori, la nomina dei tutori volontari per i minori stranieri non accompagnati, la necessità dei “gruppi di parola”, l’assistenza agli adolescenti con problemi mentali, l’introduzione di un ordinamento penitenziario minorile e, in ultimo, l’ascolto dell’Autorità su atti e leggi in materia di infanzia e adolescenza.

Dieci criticità a cui si accompagnano dieci proposte risolutive delle problematiche che, tuttavia, lasciano spazio ad un’undicesima criticità che non ha visto spazio nel documento: la creazione della Banca dati dell’adozione nazionale.

L’iniziativa risale al 28 marzo 2001, a seguito dell’approvazione dell’art. 40 della legge 149, per il quale la creazione di detta banca dati avrebbe dovuto “far incontrare” minori adottabili e coppie disponibili su tutto il territorio nazionale, non rientra tra le criticità.   Nonostante la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio che, nel 2012, accolse un ricorso presentato da Amici dei Bambini contro il ministero della Giustizia, i frutti sperati, che si sarebbero tradotti nell’incontro di genitori e figli, e nella facilitazione delle comunicazioni tra i Tribunali italiani, non sono mai stati raccolti.

Una criticità evidente eppure procrastinata, che latita in documenti importanti e non favorisce il monitoraggio dei minori dichiarati effettivamente adottabili riducendo la loro possibilità di tornare a vivere in famiglia.  L’appello resta vivo affinché sia il Rapporto 2018 a non dimenticare che l’adozione è una cosa meravigliosa.