Riforma fiscale: ecco come saranno le nuove tasse

La Camera ha approvato la legge delega in materia di riforma fiscale: tra le novità, da attuare tramite decreto entro 24 mesi, la riduzione del numero di aliquote, la detassazione di straordinari e tredicesima, l’azzeramento dell’Iva su alcuni beni di prima necessità

Non è ancora la Flat Tax tanto “accarezzata” durante la campagna elettorale, ma la riforma del fisco approvata dalla Camera dei Deputati comincia a muoversi in quella direzione, con alcune decisioni che la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni non esita a definire “storiche”.
Prima di vedere nel dettaglio i provvedimenti, è bene sapere che quella approvata dal Parlamento è una “legge delega”, ovvero l’ok affinché l’esecutivo proceda in maniera autonoma a legiferare su un dato argomento (in questo caso la riforma fiscale) a partire da un quadro generale fornito dall’esecutivo stesso, su cui il Parlamento ha discusso e votato. Quelli di cui si parla ora, dunque, non sono ancora cambiamenti applicati e concreti, ma, appunto, il quadro generale di riferimento presentato dal Governo, che, ora, avrà 24 mesi di tempo per definire i dettagli con uno o più decreti legislativi. A livello politico, quindi, intoppi non dovrebbero essercene, mentre lo scoglio principale rimane quello delle coperture.

Riforma fiscale: riduzione delle aliquote da 4 a 3. Obiettivo Flat Tax

Tornando alla questione Flat Tax, è stato il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo a citarla al termine della discussione, sottolineando come l’obiettivo già di questa riforma sia ridurre il numero delle aliquote Irpef da quattro a tre, “per poi arrivare gradualmente verso la flat tax”.
Trattandosi di un disegno generale di legge, quali saranno le tre aliquote non è ancora stato definito, mentre è stata esplicitata la volontà di unificare la “no tax area” di lavoratori (ora a 8.174 euro) e pensionati (8.500).
Nell’impianto della legge è contenuta l’indicazione di una detassazione della tredicesima, così come di straordinari e premi di produttività.
Confermato anche il tanto discusso “concordato preventivo” per lavoratori autonomi e PMI: un sistema che, semplificando, permette ai contribuenti di accettare quanto il fisco calcolerà in via preventiva come imposta sul reddito per i due anni successivi, avendo così certezza su quanto si dovrà pagare e la sicurezza di non ricevere contestazioni. Eventuali scostamenti (in più o in meno) rispetto a quanto “previsto” dall’Agenzia delle Entrate, non conteranno ai fini delle imposte, rimanendo comunque obbligatorio dichiararli e rendicontarli. Rimane invariato, invece, il versamento dell’Iva.

Riforma fiscale per lavoratori e imprese

Capitolo Ires per le imprese: l’attuale aliquota al 24% potrà scendere al 15% per i soggetti che impiegheranno parte (o tutti) dei profitti in investimenti, nuove assunzioni o partecipazione dei dipendenti agli utili. Sul versante imprese, potrebbe essere rivisto il sistema dell’Iva, puntando a una maggiore razionalizzazione dei vari scaglioni, mentre è sempre sul tavolo l’ipotesi di un azzeramento dell’imposta per alcuni beni di prima necessità come pane, latte e pasta.
Tra gli altri provvedimenti, c’è l’ampliamento delle modalità di pagamento delle tasse anche all’addebito diretto su conto corrente e la carta di credito.