La riscoperta di “essere sempre stato figlio”

La riflessione condotta all’interno del 31° Incontro nazionale di Ai.Bi. e La Pietra Scartata giunge a un punto decisivo con il seminario di martedì 27 agosto: l’abbandono viene riletto alla luce del grande progetto di Dio per ciascun uomo, che svela come l’abbandono non sia che una “sospensione” della relazione filiale, riallacciata per sempre dall’adozione, con la quale non si rinasce figlio né lo si ridiventa, perché lo si è sempre stati!

Entra sempre più nel vivo il 31° Incontro nazionale di Ai.Bi. Amici dei Bambini ETS e l’Associazione di fedeli “Pietra Scartata “Chiamato per nome, un figlio ci chiama”, in corso nella bella cittadina di Casino di Terra (PI); dal 24 al 29 agosto.
Dopo aver visto i temi generali e gli argomenti di fondo, e dopo l’interessante riflessione e il laboratorio esperienziale dedicati al perdono svolti nella giornata di lunedì, il programma dell’incontro prosegue nella giornata di martedì 27 agosto con un importante seminario il cui titolo è stato utilizzato per dare il nome a tutto l’evento: “Chiamato per nome, un figlio ci chiama”.

Dalla promessa al compimento

Il seminario è introdotto dal prof. Gianmario Fogliazza, con una relazione incentrata sulla “sfida dell’identità nell’accoglienza famigliare tra promessa, abbandono, accoglienza, fallimenti e compimento”.
Sulla scia delle riflessioni già svolte intorno ai temi della ricerca delle origini e del perdono, il percorso ci suggerisce una terza e ulteriore prospettiva per accostare nuovamente e meglio decifrare le incognite e le domande introdotte o insinuate da crisi relazionali, esistenziali o fallimenti autentici o presunti. Le tensioni vissute e le fragilità riscontrate nelle relazioni genitoriali e filiali, vengono osservate nel contesto di una più complessiva questione che sempre più appare rilevante anche nel quadro dei rapporti familiari e nelle trame delle relazioni interpersonali vissute con l’ambizione di essere autentiche: l’identità e il suo riconoscimento.

Sono sempre stato figlio!

Il programma prosegue con l’intervento del Presidente Di Ai.Bi. Marco Griffini: “Sono sempre stato un figlio”. Qui, la riflessione sull’abbandono compie un ulteriore e decisivo passo in avanti, dimostrando come “l’essere figlio” sia una condizione originaria di ciascun uomo e donna che viene al mondo. Una condizione inserita da Dio nel piano perfetto della creazione. Come, dunque, poter mettere insieme questa perfezione con l’apparente “negazione” vissuta da tutti i bambini abbandonati? La risposta la forniscono i figli stessi attraverso la straordinaria esperienza del perdono. Chi si ferma al “primo grido” di Gesù sulla Croce rimane come incatenato al passato. Chi, invece, come Gesù, “si riconosce figlio nonostante il fallimento dell’abbandono, scopre, vivendolo, di essere sempre stato un figlio”!
Scrive Griffini nel suo intervento: “Nel figlio adottato, come in Gesù Bambino Abbandonato e Risorto, la ferita dell’abbandono ancora sanguina, ma ora è illuminata da una nuova luce. L’adozione da parte dei genitori rivela i contorni, forse non sempre ben definiti, del progetto di salvezza in corso e il perdono da parte del figlio – il vero protagonista – lo porta a compimento.
L’adozione non ti fa rinascere figlio, ma ti svela una fondamentale verità: tu sei sempre stato figlio, pensato e voluto da Dio; l’abbandono ha annebbiato o sembra avere sospeso quella relazione, forse l’unica del vero amore, la relazione filiale.
Ladozione la riannoda“, in maniera indissolubile, rivelando la verità: tu sei sempre stato figlio”.
A seguire, chiudono il seminario gli interventi del prof. Trione “Accogliere, accompagnare e custodire un’identità filiale” e quello di S.E. Mons. Emidio Cipollone, “Ester e i capovolgimenti della storia: da un’identità nascosta, poi svelata, la via per la salvezza”.