Roma, Incontro “Oltre la crisi con la famiglia per una nuova cultura dell’accoglienza”

LOGO AIBI100Si è svolto il 20 Febbraio presso il forum del Terzo settore l’incontro rivolto ai candidati ella Regione Lazio OLTRE LA CRISI CON LA FAMIGLIA PER UNA NUOVA CULTURA DELL’ACCOGLIENZA. L’incontro ha avuto la finalità di consegnare ai candidati le priorità in materia di affido e di adozione per un nuovo mainstreaming che porti alla sperimentazione, valorizzazione e messa a sistema di buone prassi.

Il primo panel di interventi moderati da Emilio Fabio Torsello ha visto protagonisti diversi soggetti autorevoli quali il Garante Regionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza Francesco Alvaro, il Portavoce del Forum Terzo Settore Regione Lazio, Simonetta Cavalli del CNOAS e Marzia Masiello per Ai.Bi.

Il Garante Alvaro ha presentato un documento di raccomandazioni rivolte ai candidati; Palumbo ha presentato i lavori svolti dalla Consulta dell’Infanzia e dell’adolescenza “verso la carta delle opportunità educative” auspicando che con la nuova regione si possa costruire un intergruppo sulla sussidiarietà in cui includere l’infanzia come protagonista, richiamando inoltre l’importanza dell’interlocuzione tra terzo settore e istituzioni. Cavalli del Cnoas ha presentato il Protocollo regionale per l’adozione come strumento importante punto di partenza verso una nuova politica dell’adozione a livello regionale; Masiello per Ai.Bi. ha presentato un documento rivolto ai candidati per una politica di sistema e una collaborazione concreta tra dimensione pubblica e privato sociale.

Il secondo Panel ha visto l’intervento di diversi candidati:

 

IRENE PIVETTI – CRISTIANO POPOLARI

Anche in questa campagna elettorale così convulsa dobbiamo mantenere ben desta l’attenzione su temi importanti come l’adozione e l’affido dei minori, tema che sta particolarmente a cuore a chi, come i Cristiano Popolari, pone al centro dell’azione politica i valori della famiglia. In una Italia in condizioni di denatalità, dove anche le adozioni si riducono vistosamente di numero, è più che mai necessario valorizzare il coraggio e la generosità di quelle coppie che decidono di adottare un bambino senza famiglia, o di accoglierne in affido uno in stato di difficoltà. Le Istituzioni, e fra queste le Regioni, ciascuna per le loro competenze, devono farsi carico attivamente di semplificare i percorsi burocratici, abbreviare i tempi, abbattere i costi delle procedure, specialmente per quanto riguarda le adozioni internazionali, e fornire alle famiglie adeguato sostegno non solo prima ma anche dopo l’atto dell’adozione. Spesso infatti coppie determinate e pronte ad adottare, ad adozione avvenuta si trovano a fronteggiare difficoltà impreviste di fronte alle quali vengono lasciate sole, e questo determina da parte dei bambini sofferenze evitabili, se solo vi fosse una azione di accompagnamento delle famiglie anche dopo l’atto adottivo. Mettere la famiglia al centro della politica significa anche questo: non lasciare soli i genitori che adottano, e i loro bambini”

GRAZIA ANSELMO – FRATELLI D’ITALIA

I bambini fuori dalla famiglia sono spesso bambini che hanno particolari esigenze. Anche in questa direzione occorre un radicale cambio di marcia culturale. Un bambino disabile non è necessariamente un bambino malato: si possono avere disabilità motorie o sensoriali e non essere malati.

La tendenza culturale, spiega, è utilizzare una grande scatola e metterci sopra il marchio della disabilità, mettendoci dentro disabilità diverse: un bambino sordo non è un bambino cieco, o in carrozzina. Occorre una formazione a monte, diversificata e specialistica, dell’operatore che va a trattare quella disabilità. Manca uno sportello che dia informazioni su questi temi, che orienti le famiglie accoglienti, tenendo inoltre conto che i costi della disabilità anche nel post adozione sono a carico totale della famiglia.

Spesso inoltre ci sono bambini che vengono tolti dal loro contesto di appartenenza solo perché i genitori sono sordi. Mentre coppie di sordi sono risorse importantissime, anche nell’adozione, per bambini sordi – avendo un vissuto e idee molto chiare nel merito. È quanto mai essenziale in tale direzione supportare queste speciali genitorialità, anziché ghettizzarle e ridurle alla inutilità.

E in questo ambito dell’infanzia, più che mai, occorre richiamare la gravità di sistemi che in spoils system, al cambiare dei colori politici di governo, fanno cambiare gli interlocutori degli uffici pubblici, quando invece soprattutto per le tematiche dell’infanzia è quanto mai urgente una continuità progettuale, che supporti le famiglie nel loro cammino. Se abbiamo dei dirigenti validi, di qualsiasi colore essi siano, ce li dobbiamo tenere e lavorare insieme per non ricominciare sempre da capo. Occorre che ci sia una responsabilità forte da parte delle istituzioni, che spesso invece tendono a delegare anche la loro responsabilità alle associazioni.

CLAUDIO CECCHINIlista Civica

Rispetto all’affido è importate cambiare l’approccio che vede contrapposto l’affido alle case famiglia. Ma è anche importante cambiare la cultura verso l’utilizzo di questi due strumenti che sono molto diversi tra loro; e rispondono a esigenze diverse dei bambini fuori dalla famiglia. È altrettanto importante comprendere che l’affido non è l’anticamera verso l’adozione. I genitori affidatari vanno accompagnati nella loro maturazione per una disponibilità a sentirsi zii, nonni, non genitori dei bambini che accolgono. Occorre facilitare l’accompagnamento attraverso chiare linee guida, strutture di servizio per la sensibilizzazione, l’informazione, il sostegno psicologico. Il problema delle risorse c’è, non possiamo nasconderlo, ma prima di tutto occorre editare una legge regionale che riformi nel suo complesso il sistema dell’infanzia e dell’adolescenza. Una legge che diventa buona non perché scritta sulla gazzetta ma perché è operativa a tutti gli effetti”

VALENTINA GRIPPO – PD

Il tema delle adozioni deve essere una delle priorità della nuova Regione. Accolgo perciò con molto interesse le proposte presentate oggi dall’Associazione Amici dei Bambini, con i manifesti per una nuova legge sull’adozione internazionale e sull’accoglienza familiare temporanea. A tal proposito, ritengo fondamentale una legge regionale quadro che, raccogliendo questi spunti, crei un contesto ampio di promozione delle politiche a tutela di bambini e adolescenti e a sostegno delle loro famiglie.

In qualità di Assessore municipale alla scuola, mi sono occupata molto di questi temi, anche grazie alla fitta rete creata sul territorio con le tante associazioni che si occupano delle esigenze dell’infanzia. Sono molti gli spunti e le priorità emerse oggi: protocolli operativi da sottoscrivere tra servizi ed enti territoriali e tribunali dei minori, sia sulle adozioni nazionali ed internazionali, sia sulla tutela dei minori, per diminuire i tempi di permanenza nei centri di accoglienza; la definizione di nuovi modelli organizzativi e il coinvolgimento delle reti delle associazioni di famiglie e genitori e associazioni no profit impegnate su questi temi; la cooperazione in tema di adozioni internazionali; metodi innovativi di accoglienza; inserimento nelle scuole dei bambini adottati; realizzazione di progetti personalizzati che tengano conto sia della famiglia di origine che della famiglia affidataria. In qualità di capolista donna alle elezioni regionali, mi impegno a portare queste priorità all’attenzione della nuova Regione, tramite la proposta di una legge quadro che pianifichi una serie di politiche locali a misura di bambino. Interventi, dunque, che mettano in agenda: l’adeguamento del nostro territorio agli standard europei per quanto riguarda gli investimenti nelle politiche per la famiglia, l’educazione, la scuola, la didattica, la sicurezza e la salute dei bambini, l’ascolto e la prevenzione e il contrasto ai maltrattamenti; prevedere interventi legislativi per rafforzare la tutela dei diritti dei minori, per dare sostegno alla disabilità, per favorire lo sviluppo delle reti e delle associazioni no profit sul territorio che si occupano di questi temi.

DANIELE CALDARELLI – SEL

Le risorse economiche ci sono ma va fatta una scelta politica sul loro impiego, evitando di trascurare come sempre il sociale. Per mia pregressa esperienza, come Portavoce del Forum Terzo Settore Lazio e come Agesci, ritengo che il tema dell’infanzia vada posto al centro dell’agenda politica, nella cruciale fusione tra mondo del terzo settore e istituzioni. Va certamente messo a sistema il valore educativo delle agenzie preposte alla crescita dei bambini e dei ragazzi, in un sistema integrato dove le leggi esistono ma vanno rese operative.

Urgente è il tema del dopo di noi, che angoscia le famiglie dove sono presenti bambini disabili. Ci sono in tale direzione leggi e istituzioni costituite e mai partiti come, ad esempio, la fondazione handicap “dopo di noi” della Regione Lazio. Altro aspetto essenziale, che richiama la carta delle opportunità educative del forum regionale, è valorizzare esperienze relazionali tra pari e intergenerazionali. Penso in tal senso alla Legge sul Campeggio educativo. Quanto all’affido e all’adozione i temi vanno ripresi e rafforzati a tutti i livelli, a partire da quello regionale”

CRISTIAN CARRARAListino Zingaretti che non ha potuto presenziare per impegni compresenti, ha inviato un messaggio “Il calo dell’adozione internazionale, tanto a livello nazionale quanto regionale, come la difficoltà grande in cui versa l’affido, a partire dalla promozione dello stesso, ci deve far interrogare, come cittadini, come associazioni, come istituzioni. Sono convinto che non si tratti di un calo legato al fatto che questi istituti di protezione dei bambini siano ormai destinati a morire. Tutt’altro. Proprio nell’accoglienza, come condizione e sentimento ancestrale dell’essere umano, ritroviamo le maggiori fragilità della storia che quotidianamente viviamo: crisi economica, crisi valoriale, crisi sociale… è vero… Ma non sarà continuando a cercare colpevoli astratti che si può dare una risposta alle fragilità delle famiglie, né tantomeno al diritto dei bambini di crescere e di essere amati da una famiglia. Non possiamo essere tutti uguali e i modi di perseguire obiettivi saranno certamente diversi. Di fronte ai bambini, al presente e al futuro del nostro paese, abbiamo l’obbligo sacrosanto di impegnarci. La nostra testa deve cambiare modo di ragionare. Dobbiamo trovare forme e luoghi di dialogo, magari proprio grazie alle associazioni che ci fanno incontrare e uscire dalla nostra autoreferenzialità. Adesso e non domani”