Russia. “Andrej è uscito dall’istituto senza mai voltarsi indietro, è salito in macchina e ha iniziato a cantare e sorridere”

bambini.auto_.nauseaAndrej è uscito dall’istituto dove è vissuto per quasi 6 anni senza mai voltarsi indietro. E’ salito in auto felice con mamma Roberta e papà Alessandro, ha cominciato a cantare e a sorridere. Davvero. La storia di Andrej che dalla Siberia è arrivato in Italia lo scorso agosto è quella di tanti bambini di origine russa che non hanno mai perso la speranza di poter incontrare, un giorno, i propri genitori.

Il primo incontro è stato un colpo di fulmine per tutti quanti – ricorda mamma Roberta, felice di condividere la storia di famiglia per #iosonoundono – : non sapevamo bene cosa potesse succedere in occasione del primo dei tre viaggi e alla fine è andato tutto benissimo. Il bambino era sereno tanto che alla tata, quando siamo ripartiti per l’Italia, Andrej disse orgoglioso: Finalmente sono arrivati i miei genitori!” .

Questa gioia è stata sufficiente per attendere, mesi dopo, il giorno in cui avrebbe preso l’aereo per andare a casa, in provincia di Varese.

La famiglia di Andrej ha fatto un lungo ma entusiasmante viaggio per incontrare loro figlio: “L’istituto di Andrej si trova in una cittadina della Siberia sud occidentale, a quattro ore di volo da Mosca – dice papà Alessandro – : il destino ha voluto che arrivassimo qui, una regione che solo recentemente ha di nuovo aperto le adozioni internazionali. Nel complesso il nostro percorso adottivo è andato bene e senza intoppi”.

Fondamentale è stato l’incontro e la frequentazione costante con una rete di famiglie adottive, non solo quelle conosciute durante la formazione con Ai.Bi. Consigliamo a tutte le famiglie che vogliono adottare di restare unite e confrontarsi – aggiunge Roberta – : per noi è stato utilissimo, sia prima di incontrare Andrej che dopo, tornati a casa. Non è solo per lo scambio di opinioni e i consigli su come accogliere al meglio il proprio figlio: “E’ bello vedere giocare insieme tanti bambini speciali ma non diversi dagli altri – dice la mamma -. Andrej sa che la sua storia è comune a quella di altri amichetti che ora vivono qui”.

E ancora una volta il destino ha giocato a favore di Andrej. “O forse è un disegno divino che ci aiuta a ricomporre il puzzle? – dice mamma Roberta – Il migliore amico di Andrej ha trovato famiglia a 10 chilometri da dove abitiamo, così i bambini continuano a vedersi e a volersi bene”.

Quando l’amico di Andrej era partito con la famiglia, lo scorso febbraio, i due piccoli si sono stretti in un abbraccio. E ora le due piccole pesti sono felicissime di essersi ritrovate.

Andrej è veloce nel suo adattamento alla nuova realtà: parla già bene italiano, “per quanto ogni tanto esca qualche parola di russo”, si è ambientato velocemente all’asilo grazie anche a un carattere solare e socievole. “Prima di conoscerlo dicevo scherzando a mio marito: speriamo non sia musone come te! – ride mamma Roberta –  Devo dire che sono stata accontentata! Andrej saluta tutti, lega facilmente con chiunque, insomma, ci pare sereno”.

In più è adorato da nonni e zii anche perché è il primo maschio in una famiglia di tante femmine; l’anno prossimo andrà a scuola in prima elementare e anche la mamma riprenderà il lavoro di maestra, iniziando proprio con una prima. “Non saremo ovviamente nella stessa scuola, ma molto vicini”.

Anche fisicamente è un bambino in salute. “Ci avevano prospettato per Andrej un ritardo psicomotorio e un piccolo problema cardiaco – dice Alessandro – : di fatto non ha nulla. Abbiamo fatto tutti i controlli una volta arrivati a casa e il bambino sta benissimo”.

Andrej, entusiasta di entrambi i genitori, “stravede per il papà – dice Roberta – Tra l’altro, a proposito di disegno divino,  il bambino assomiglia a mio marito in modo impressionante: stessi tratti, stessi colori. Anche quando eravamo in Russia le tate dell’istituto lo ripetevano continuamente!” Un’avventura bellissima, quella che accomuna Andrej, Roberta e Alessandro a tante famiglie accoglienti: “Ci vuole pazienza, tutto sembra incerto e faticoso finché ci sei in mezzo – concludono mamma e papà – ma, come il parto, quando è finito, si dimentica tutto e resta la gioia!”.