Italia. Al via anche a Salerno il progetto “Il Futuro è Bambino. I Pan di Zucchero di Ai.Bi.”, finanziato dal Fondo di Beneficenza Intesa Sanpaolo

Il progetto di Ai.Bi. coinvolge i minori di un Istituto scolastico in laboratori pensati per potenziare le loro capacità e stimolare la collaborazione. Una tutor madrelingua ucraina garantisce il coinvolgimento anche dei ragazzi sfollati arrivati in Italia in seguito al conflitto nel loro Paese

Ha preso il via, presso l’IC San Tommaso D’Aquino di Salerno, il laboratorio pomeridiano di tutoraggio scolastico organizzato all’interno del progetto “Il Futuro è Bambino! I Pan di Zucchero di Ai.Bi.”, finanziato dal Fondo di Beneficenza Intesa Sanpaolo e che vede coinvolte, oltre la città di Salerno, Bolzano, L’Aquila e Monghidoro. Il laboratorio vede coinvolti, fino alla prima settimana di giugno, circa 12 alunni iscritti sia alle classi della scuola primaria sia della secondaria di I° grado dell’istituto comprensivo del quartiere di Fratte a Salerno.
Per tutto il periodo, nei giorni lunedì, martedì e giovedì, dalle 14.15 alle 16.30, due tutor affiancheranno i minori in un’attività nata dal confronto con la Dirigente Maria Ida Chiumiento e la Prof.ssa Teresa Greco: l’obiettivo è cercare di potenziare non solo le capacità scolastiche degli alunni, ma anche stimolare una maggiore collaborazione tra compagni di classe o di pari età, e tra i più grandi verso i più piccoli. Nel corso del tempo, gli operatori si interfacceranno con i docenti dei ragazzi per ragionare su obiettivi di miglioramento, criticità, aggiornamento del programma di doposcuola… nell’ottica di essere di supporto concreto ai ragazzi.

Una metodologia trasversale

Il metodo seguito dagli interventi poggia su queste basi:
Interculturalità: come valore e come metodo, da integrare maggiormente negli interventi educativi, per una maggiore inclusione e integrazione.
Peer to peer: affinché il gruppo dei pari diventi una notevole fonte di influenza, offra indipendenza, riconoscimento e identità. È noto che i bambini, ma soprattutto gli adolescenti, si identificano con i loro coetanei, piuttosto che con gli adulti: migliorare le relazioni con i pari, promuovendo reciprocità e solidarietà, aumenta il benessere individuale e collettivo.
Personalizzazione degli interventi: corollario dell’assioma fondamentale per il quale tutti siamo diversi e tale diversità deve essere riconosciuta, valorizzata e considerata nella definizione di percorsi educativi e di supporto dei minori e delle famiglie.
Welfare rigenerativo e cittadinanza attiva: per rendere bambini, ragazzi e adulti non tanto beneficiari di azioni loro dedicate, ma agenti di cambiamento a partire dal contesto territoriale.
Integrazione (e non sostituzione) con i servizi pubblici territoriali: nell’ottica della sussidiarietà, per un approccio realmente efficace nella comprensione e nella risposta ai bisogni dei singoli, della famiglia e della comunità.
L’attività è seguita da due tutor, Cecilia Borrelli e Olena Zhdanova che è madrelingua ucraina e garantirà la partecipazione all’attività dei minori presenti a scuola di nazionalità ucraina, arrivati in Italia soprattutto a seguito dell’inizio del conflitto Russo-Ucraino.