Sardegna. Quando #adozioneunacosameravigliosa: “Prima di tutto consigliamo il Perù, un paese fantastico. Consigliamo poi l’adozione… ovunque e con Ai.Bi. come ente!”.

Prima di tutto consigliamo il Perù, un paese fantastico. Consigliamo poi l’adozione… ovunque e con Ai.Bi. come ente!”. Mirko e Carlotta sono due genitori entusiasti e innamorati del loro piccolo Raul José, un bambino di origine peruviana che ad agosto compirà 4 anni e che hanno incontrato a Lima il settembre dello scorso anno.

La loro felicità di genitori è unita alla soddisfazione di aver vissuto l’iter adottivo proprio come se lo erano immaginati a inizio percorso. “Con professionalità e calore umano – dice la coppia, seguita dalla sede AiBi di Cagliari – con quel senso di famiglia che non ci ha mai lasciato, sia in Italia che in Perù”.

Raul José, che vive con la famiglia in provincia di Cagliari, è un bambino allegro che parla ancora un italiano con interferenze spagnole ma che si fa capire, comunicando la sua felicità di bambino diventato figlio.

Raul è sereno e in buona salute, è stato visitato da medici sia in Perù che qui in Italia – racconta la mamma – : al momento dell’abbinamento ci era stato segnalata la sua difficoltà  a parlare. In realtà a noi è parso solamente che avesse bisogno di famiglia perché da quando ci ha incontrato si è aperto al mondo, è cambiato tutto”. E ha iniziato a parlare, a modo suo e poi sempre più in italiano con l’aiuto di mamma e papà.

Raul desiderava due genitori: quando eravamo a Lima era sempre attaccato a noi, nemmeno ai giardinetti riusciva a giocare con altri bambini – ricorda Mirko – . La voglia reciproca di formare famiglia ha creato subito la giusta chimica tra noi”.

La famiglia ha soggiornato a Lima in un appartamento, così da cominciare un affiatamento insieme che potesse preludere alla vita quotidiana che sarebbe iniziata in Italia. “A Lima siamo stati molto bene per tutti i 45 giorni: abbiamo fatto la bella vita, siamo riusciti a goderci una lunga vacanza fino al momento di partire, i primi di novembre. Facevamo cose…normali – ricorda Carlotta – : uscivamo il mattino, restando fuori a pranzo e poi rientravamo la sera per cena. Siamo riusciti a visitare la città, a fare la spesa come qualsiasi famiglia, a trascorrere tempo libero nei parchi”.

Il ricordo del primo incontro con Raul José è molto forte, indelebile come per tutte le famiglie adottive: “Era molto impaurito – dicono Carlotta e Mirko – anche se ci siamo poi resi conto di quanto le psicologhe in istituto lo avessero preparato bene al nostro arrivo. Lo abbiamo conosciuto un lunedì e abbiamo fatto visite graduali in istituto per i successivi tre giorni, come prevede la procedura, e così la sua timidezza iniziale è sfumata”. Da non dimenticare l’emozione trattenuta di mamma e papà: “Abbiamo trattenuto le lacrime in più di una occasione quando eravamo con lui – ammette Mirko – : come diceva giustamente mia moglie, non potevamo mostrare fragilità in quei momenti. Poi in separata sede….ci siamo lasciati andare!”

Il ritorno a casa è stato altrettanto gioioso: Raul cresce, ogni tanto dice di “voler tornare in Perù per mangiare il gelato”, aggiungono i genitori che, fin dai giorni della formazione,  fanno parte di una rete di famiglie adottive sarde. “Continuiamo a sentirci, con alcune ci vediamo regolarmente insieme ai nostri bambini arrivati da ogni parte del mondo – dice Carlotta –  e non manchiamo mai alle giornate ‘open day’ di AiBi”.

Non mancano sogni nel cassetto per questa famiglia felice. “Il sogno di fare un’altra adozione è già balenata nella mente – concludono Carlotta e Mirko – magari sarà proprio Raul a chiederci un fratello o una sorella”.