Scandalo ad Odessa: care leavers “rapinati” dall’amministrazione dell’istituto

Solitamente nei nostri articoli per “notizie dai progetti” vi aggiorniamo sulle nostre attivita, sulle gioie e sulle difficolta di lavorare sul campo, sui progressi dei nostri ragazzi, ma siamo convinti che questo sia anche uno spazio di sensibilizzazione e denuncia e oggi e’ a questo scopo che vogliamo utilizzarlo.
Qualche giorno fa siamo venuti a conoscenza (Komsomolska Pravd, numero del lunedi, 5 dicembre) di un fatto che coinvolge alcuni dei care leavers di un istituto di Odessa e l’amministrazione dello stesso, dunque i giovani che si preparano ad affrontare una vita autonoma e quelle persone che dovrebbero incoraggiarli e rassicurarli. Secondo quanto stabilito dalla legge ucraina, agli orfani che lasciano l’istituto viene garantita dallo stato una congrua somma di denaro (35 mila UAH pari a circa 3.000 euro) e un alloggio, ma ai giovani usciti da questo istituto venivano consegnate solo 50 UAH, pari a 5.00 euro, e niente di piu’. Grazie all’aiuto di qualche benefattore, due delle ragazze che avevano ricevuto questo trattamento sono riuscite ad ottenere un piccolo appartamento e sono venute a conoscenza del fatto che quello che avevano ricevuto era molto meno di quanto in realta’ gli spettasse. Le due giovani, con l’aiuto delle autorita’, hanno scoperto che la somma era stata effettivamente elargita dallo stato ma era stata prelevata dal conto dal tutore dell’istituto che aveva mostrato una delega, mai firmata dalle ragazze. L’amministrazione dell’istituto aveva dunque intascato la somma di denaro che spettava alle 2 care levers. Scoperta la truffa ai danni delle due giovani, le autorita’ hanno continuato ad investigare sulla condotta del personale dell’istituto, l’indagine ha portato alla luce parecchie situazioni comparabili tra cui quella di un giovane che era stato invitato a vendere la casa lasciatagli dalla famiglia allo scopo di guadagnare i soldi necessari per la sua vita futura, con la promessa che gli sarebbe stato assicurato un alloggio. Una volta conclusa la compravendita, il giovane e’ stato lasciato senza soldi e senza casa.
Storie come queste ci disgustano come esseri umani, ci preoccupano come ONG che opera in questo settore ma ci spingono anche a continuare con maggiore interesse ed impegno il nostro lavoro.