Scuola. Gli immigrati eccellono in determinazione e…ottimi voti

alunni stranieriDiventare pianista, cardiologo o ancora un tecnico informatico o un ricercatore universitario. Non sono solo sogni ma obiettivi concreti di giovani studenti immigrati che eccellono non solo per grinta, determinazione e idee chiare sul proprio futuro ma soprattutto in buoni voti. E tutto questo mentre 
da Nord a Sud cominciano a suonare 
le campanelle del nuovo anno scolastico e non mancheranno le polemiche per i “troppi ragazzi stranieri” che affollano le classi e “rallentano il programma di studio”. Eppure spesso gli studenti immigrati (o figli di immigrati) sono una risorsa importante per il Paese. Perché la determinazione di Kristof, di Hajar o di Sami non è un’eccezione, ma una regola.

Era il sogno di papà diventare pianista, adesso è anche il mio” – racconta Cristopher. Nato in Italia da genitori albanesi, fuggiti nel 1997 da Tirana, ha una pagella invidiabile e suona un pianoforte regalatogli da un’amica di mamma. Così ai suoi non pesa continuare a fare sacrifici per garantirgli gli studi: del resto, quello che conta 
è assicurargli una vita più serena della loro. E lui ce la mette tutta.

Con la stessa grinta, una diciannovenne marocchina, trapiantata a Piacenza, si prepara a diventare un medico. Mentre a Napoli c’è un sedicenne russo con al collo una medaglia d’oro vinta alle italianissime olimpiadi di matematica.

Tutto questo ha una spiegazione psicologica, sociologica e culturale.

La migrazione è un progetto famigliare di riscatto – dice Mariagrazia Santagati, professoressa di sociologia all’Università Cattolica di Milano e curatrice del rapporto 2015 “Alunni con cittadinanza non italiana. Tra difficoltà e successi” – e il miglioramento passa attraverso il successo dei figli. Se le prime generazioni che sbarcano in Italia si accontentano di vivere in situazioni disagiate,  sono le seconde a fare il possibile per raggiungere quel benessere tanto voluto dai genitori. Ecco perché tanti di questi ragazzi sono degli eccellenti studenti

Nel rapporto si mette in evidenza che per la prima volta,  nell’anno scolastico 2013-2014, gli studenti di seconda generazione hanno superato quelli immigrati in prima persona: questo significa una riduzione dei problemi nell’apprendimento della lingua italiana. Infine, sempre più giovani di origine straniera si iscrivono anche all’università, contribuendo ad innalzare il livello medio di formazione della popolazione.

Prima i bambini stranieri entrano nel percorso scolastico – continua -, più si riducono i ritardi e le bocciature. Col passare degli anni diminuisce il divario fra studenti italiani e non, al punto che abbiamo riscontrato anche delle inversioni di tendenza. Ad esempio, in un professionale del bresciano sono gli studenti extracomunitari a lamentarsi perché i compagni non sono interessati alle lezioni e impediscono alla classe di imparare

Inoltre, dalle interviste effettuate su un campione lombardo si capisce che le famiglie immigrate investono molto sui figli, credono nella scuola e pensano che il riscatto sociale parta proprio da lì. Ma molto dipende anche dal fatto che questi giovani, percependo lo svantaggio di partenza rispetto ai compagni italiani, sanno di doversi dare da fare per recuperare.

Il diciottenne Sami Ghanmi l’italiano l’ha imparato fin dalla tenera età, “perché mamma è albanese e papà marocchino, quindi in casa ci si è sempre intesi in italiano”. Eppure la lingua è la causa di uno dei più tristi ricordi della sua infanzia: “Ero in seconda elementare e un’insegnante è entrata in classe dicendo davanti a tutti che dovevo fare un corso di italiano per stranieri. Sono diventato rosso e ho gridato “Io sono italiano e lo parlo perfettamente

Fonte : L’Espresso