Italia. Semplificare e velocizzare le Adozioni Internazionali per quasi un milione di coppie sterili

“Penso che sia giusto dare voce alle persone come noi, che soffrono per questa malattia sociale che si chiama sterilità. Che il governo pensi anche a noi, perché genitori si può nascere anche così, adottando un figlio”

Vanerdì 21 aprile il Corriere della Sera ha pubblicato a pagina 33 una lettera molto interessante riguardante l’adozione. Poche righe, firmate da “Antonella”, 35 anni, per raccontare la frustrazione di una donna (e di una coppia) che non riesce ad avere figli naturali, che ha speso tempo e soldi tra esami e visite mediche e che, comunque, si ritrova costretta a anni di attese e labirinti burocratici nel momento in cui ha scelto di provare a diventare genitore attraverso l’adozione. “La mia rabbia – scrive – è sentire che il governo lamenta l’assenza di natalità, pensa a dare incentivi, ma non si preoccupa di quella piccola fetta di coppie che un figlio non può averlo perché diagnosticata infertile. Mi vieta di rivolgermi a una madre surrogata, ma mi obbliga ad anni di tedio e attese per poter adottare un bambino. Così diventerò madre a 40 anni se tutto va bene. Penso che sia giusto dare voce alle persone come noi, che soffrono per questa malattia sociale che si chiama sterilità. Che il governo pensi anche a noi, perché genitori si può nascere anche così, adottando un figlio”.

Adozioni Internazionali. Bene dare voce alle coppie sterili

Una lettera dura, dolorosa ma che, da un certo punto di vista, fa piacere poter leggere sul Corriere della Sera, perché è davvero ora che si inizi a far sentire la voce delle coppie sterili. C’è bisogno di dargli spazio perché è attraverso le loro voci che può risuonare, meglio che attraverso qualsiasi altro megafono, il grido, questo sì, di milioni di bambini abbandonati che non sono in grado in alcun modo di farsi sentire.
In Italia, secondo la stima dell’Istituto Superiore di Sanità aggiornata nel 2021, le coppi sterili sono il 15% del totale (anche se non è un conteggio facile e, per esempio, il sito vitadidonna stima la percentuale di coppie sterile sul totale al 20,6%). Considerando i matrimoni dal 1996 al 2021 (fonte Istat) e aggiungendo la stima dei matrimoni 2022 di cui ancora non è disponibile il dato completo, si arriva a un totale di oltre 900mila coppie sterili e sposate e, dunque, nelle condizioni di poter adottare un minore attraverso l’adozione internazionale (numerosi sono stati anche i divorzi, ma anche le coppie oggi divorziate sono state almeno in un periodo della loro vita nelle condizioni di per poter adottare). E se si volessero comprendere anche i matrimoni precedenti al 1996, il numero naturalmente aumenterebbe.
In un periodo in cui, giustamente, si parla tanto del problema della natalità, tante di queste coppie potrebbero avere un figlio attraverso l’adozione: ecco perché è doveroso, una volta di più, fare un appello al governo affinché questo istituto venga rilanciato.

L’appello di Ai.Bi. per il rilancio delle Adozioni Internazionali

Dice Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini: “Non si tratta di una cosa impossibile, anzi: basterebbe, per esempio, velocizzare la prassi degli accordi bilaterali con i Paesi di origine, attualmente fermi presso gli uffici del Ministero Affari Esteri per problemi burocratici legati (sembra una barzelletta, ma purtroppo non lo è) al tema della privacy! Oppure si potrebbe inserire l’Adozione Internazionale tra i temi di politica estera, coinvolgendo direttamente le ambasciate e prevedendo al loro interno la figura di un addetto che si occupi in maniera specifica della questione.
Sul fronte della politica interna, invece, basterebbe applicare in toto la nostra legge, mai del tutto rispettata in quarant’anni! Un Esempio per tutti: i tempi per l’ottenimento del decreto di idoneità, fissati dalla legge in sei mesi ma, nella prassi, a seconda dei tribunali e dei servizi, che vanno da un minimo di un anno (per i, pochi, più fortunati) a tre.
Ma gli esempi potrebbero essere ancora tanti, e tutti dimostrerebbero che, veramente, basterebbe un po’ di volontà politica per abbreviare e velocizzare radicalmente questo iter procedurale.
A tutto questo si affianca il tema della gratuità dell’Adozione Internazionale, che nonostante le dichiarazioni di principio non è ancora entrato a pieno titolo tra i provvedimenti volti a contrastare la denatalità, con il risultato che ancora oggi la quasi totalità dei (tanti) costi è in capo alle coppie e alle loro famiglie.
Infine, oltre che alle nostre forze politiche, un analogo appello va rivolto anche agli organismi internazionali, partendo da Unicef, che ancora non hanno avuto il tempo (o la volontà!?) di redigere un rapporto che conteggi e monitori lo stato di abbandono dei minori residenti nelle migliaia e migliaia di orfanotrofi del mondo!
Quindi, grazie ancora una volta al Corriere della Sera per questo spazio dedicato agli ultimi degli ultimi: i minori lasciati soli nel limbo del loro abbandono. Con la preghiera di non lasciare sole anche noi coppie sterili”.