Olimpiadi. Simone Biles: il mito della ginnastica che ha spiccato il volo a partire da un’adozione

Simone Biles, la ginnasta più forte e medaglista della storia, è tra le protagoniste indiscusse delle Olimpiadi di Parigi 2024. La sua è una storia incredibile, cominciata con una madre in difficoltà, passata per l’affido familiare e “redenta” da un’adozione

Alle Olimpiadi in corso di svolgimento a Parigi, uno dei nomi seguiti con maggiore attenzione (negli Stati Uniti è l’assoluto personaggio di riferimento dell’evento, ma anche all’estero è tra le atlete impossibili da non sentir nominare durante i Giochi) è la ginnasta americana Simone Biles.
Già unica ginnasta della storia (uomini compresi) ad aver vinto 30 medaglie ai Campionati del Mondo (23 d’oro), è anche la più medaglista di sempre fra Mondiali e Olimpiadi.
Fuori dalla pedana è la più giovane persona ad aver ricevuto l’onorificenza della medaglia presidenziale della libertà, consegnatale dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden nel 2022.

Simone Biles, tra cadute e ripartenze

Di lei si è parlato molto anche per la rinuncia alle gare che fece durante le Olimpiadi di Tokyo e per il successivo “stop” deciso a causa di alcuni disturbi di ordine mentale. Tecnicamente il problema erano i “twisties”, un disturbo che “disconnette” cervello e corpo, facendo perdere alle ginnaste la percezione della posizione nello spazio e disorientandole. Per tutti, molto più semplicemente, si tratta di una sorta di depressione, certo fomentata dalla grandissima attenzione che ha sempre circondato il personaggio Biles fin dai primi successi.
Oggi che Simone Biles è tornata a incantare il pubblico, sostenendo in diverse interviste come la terapia sia stata per lei fondamentale, è chiaro come questa storia sia una delle più belle e raccontate, già oggi, delle Olimpiadi di Parigi.
Fermarsi alle medaglie e allo sport, però, non renderebbe veramente giustizia alla straordinaria atleta e alla persona che è Simone Biles, la cui infanzia è stata segnata da non poche difficoltà, come lei stessa ha raccontato senza nascondersi.

Infanzia negata

Terza di quattro fratelli, Simone non può contare sull’appoggio del padre, che abbandona presto la famiglia, né della madre, che abusa di alcool e droga e, come riportato da “al femminile” faceva sempre “fuori e dentro dalla prigione”.
Il destino di Simone e i suoi fratelli è quindi quello dell’affido, che però non si rivela la chiave per migliorare più di tanto la situazione. Le famiglie, infatti, si susseguono ed evidentemente nessuna riesce a dare alla ragazza quella stabilità e quelle certezze necessarie per sentirsi veramente “figlia”.
Racconta Biles nella sua autobiografia: “Anche se ero giovane quando sono stata messa in affido, ricordo come ci si sente ad essere trascurati … Come se nessuno mi conoscesse o volesse conoscermi. Come se i miei talenti e la mia voce non contasse….Trovare una famiglia mi faceva sentire importante. Trovare una passione, qualcosa che amavo ed in cui ero davvero brava, mi faceva sentire come se avessi importanza”.
Già qui si possono vedere i germi di quella determinazione che ha portato Biles sul tetto del mondo della ginnastica. Ma in questo caso non è l’aspetto sportivo a interessarci, quanto quello familiare.

Ripartire da un’adozione

BIles, infatti, nonostante l’esperienza non del tutto positiva dell’affido, nel suo libro spende parole importanti per questi istituto: “Se investiamo nei bambini in affidamento, anche loro possono avere l’opportunità di avere successo, che a sua volta rafforzerebbe le nostre comunità, l’economia e la società”.
Per lei, invece, la svolta arriva dall’adozione. Sono i nonni a farsi avanti e ad adottare lei e sua sorella minore. Scrive ancora Simone Biles:  “Il mio cammino verso il successo è iniziato il giorno in cui i miei nonni hanno adottato ufficialmente me e mia sorella”. Più chiaro di così!
Il resto, come si usa dire, è storia. Una storia incredibile e di successo, anche se non priva di ombre, di paure, di cadute e ripartenze. Il tutto… a partire da un’adozione e dal fatto di essere riuscita, finalmente, a sentirsi parte di una famiglia!
Un traguardo che anche l’ennesimo record di medaglie che potrà arrivare a Parigi non riuscirà a superare.

[foto Agência Brasil Fotografias – Wikimedia Commons]