Siria. Ho 10 anni e non sono mai andato a scuola. Da due anni vendo biscotti, perché sono il capofamiglia

Sempre più bambini, nella provincia di Idlib, svolgono lavoro minorile, pericoloso e sottopagato, per sostenere la propria famiglia, in situazione di povertà estrema

I bambini nelle aree nel nord-ovest della Siria vivono in condizioni disastrose: non solo vengono loro negati i diritti fondamentali, ma sono anche privati di ogni possibilità di realizzare i più piccoli sogni. Questo è particolarmente vero per i bambini che vivono nei campi di sfollati, dove istruzione, tempo libero, cure mediche o altri diritti e servizi fondamentali sono solo parole vuote.

La piaga del lavoro minorile in Siria

A Idbli, la città più grande di quest’area del Paese ancora un mano all’opposizione, e dove Ai.Bi. concentra da tempo i propri sforzi, il lavoro minorile è ormai prassi comune. Ma il problema si sta aggravando a causa del costo esorbitante della vita nella regione.
Si tratta di un problema che non minaccia solo il futuro dei bambini di oggi, ma anche il futuro delle generazioni a seguire, a causa dei problemi a lungo termine che ne deriveranno: i bambini, infatti, svolgono lavori difficili e poco retribuiti, oltre che spesso pericolosi (allevamento di pecore; riparazione di auto e moto, costruzioni, fabbro, falegname, ecc.). I salari sono bassissimi: la paga giornaliera di un bambino non supera le 10 lire turche (circa 90 centesimi), abbastanza giusto per acquistare quattro pacchi di pane per una famiglia di cinque persone.
Questa povertà e la mancanza di opportunità alternative hanno spinto diversi minori verso attività di contrabbando: alcuni bambini scendono anche in piazza o sui marciapiedi davanti alle scuole, o nei campi di sfollati per vendere tovaglioli, gomme da masticare e dolciumi, mais e hummus balila.

Le testimonianze dei bambini costretti al lavoro minorile

I giornalisti della rivista Al-Monitor hanno incontrato Ahmed Daoud, 10 anni, sfollato con la sua famiglia dalla città di Maardabsa, a sud di Idlib. Ahmed vive con la sua famiglia nel campo di al-Omran, a ovest della città di Haranabush, nella campagna di Idlib. Percorre decine di chilometri al giorno per vendere biscotti nei campi per aiutare la sua famiglia a coprire le spese di soggiorno. “Sono due anni che vendo biscotti, da quando avevo 8 anni – racconta. Non sono mai andato a scuola perché sono il capofamiglia. Mio padre è morto anni fa e aiuto mia madre con le spese. Guadagno giornalmente circa sei lire turche, che possono pagare il prezzo del pane per la famiglia”.
Anche Mahmoud Bakour, 11 anni, è sfollato e risiede in un campo alla periferia della città di Idlib. Ha lasciato la scuola quest’anno a causa della situazione finanziaria della sua famiglia e ora vende fagioli ai bambini del campo e presso i cancelli delle scuole. “Sono sempre sul punto di piangere  – racconta – perché i miei amici possono studiare mentre io no. D’estate vendo gelati nel nostro campo e nei vicini campi sfollati e d’inverno vendo fagioli al campo, sui marciapiedi delle strade pubbliche e al cancello della scuola vicino al campo. Mia madre si sveglia presto e prepara i lupini cotti sulla legna. La mia giornata inizia alle 8 del mattino. Lavoro per aiutare mia madre e mio padre perché mio padre è malato e non può portare alcun reddito”.

Un’Adozione a Distanza per aiutare i bambini a evitare il lavoro minorile

Queste sono solo due delle tantissime testimonianze che si potrebbero raccogliere dai bambini di questa zona della Siria, che vivono con le loro famiglie in situazione di povertà sempre più estrema, cercando ogni possibile strada per sopravvivere, spesso a prezzo di pericoli, malattie, infortuni e, soprattutto, del loro futuro.
Ai.Bi., con il suo partner locale Kids Paradise, è attiva in Siria dal 2014 e, oggi, opera principalmente proprio nella zona di Idlib, con progetti di aiuto alle famiglie, alle donne capofamiglia e ai bambini.
Il lavoro è tantissimo e i bisogni, come evidenziato da questi racconti, quasi impossibili da quantificare, ma ogni piccolo aiuto è preziosissimo e può aiutare a dare concretamente una speranza di futuro a quante più famiglie e bambini possibile. Per dare il proprio contributo, si può fare una donazione libera, oppure si può attivare un’Adozione a Distanza, così da dare continuità al proprio sostegno.