Siria. Ad Aleppo Est, solo 30 medici per 250mila persone. L’orrore della guerra costringe alla scelta più drammatica: scegliere chi salvare tra un mare di feriti

aleppo assedioLa zona est di Aleppo non ha più elettricità, ma sembra illuminata a giorno. E’ la luce del fuoco, quello delle esplosioni provocate dai bombardamenti che proseguono senza sosta sulla città. “Si sono intensificati, è un continuo, il rumore copre tutto”, spiegano gli operatori umanitari presenti nell’area. E le vittime si contano a decine. Tanto da costringere i soccorritori alla scelta più difficile: decidere in un attimo chi provare a salvare e chi, ormai, non ha più speranze.

“Appena si diradava la polvere delle esplosioni andavamo in strada a raccogliere i feriti sparsi qua e là – così Khaled, uno dei soccorritori impegnati nei quartieri orientali di Aleppo, descrive i concitati momenti successivi a un bombardamento -: è tremendo perché devi scegliere chi prendere in braccio e chi lasciare indietro in base alle possibilità che hanno di sopravvivere”.

Khaled parla dai corridoi  di uno dei pochissimi ospedali ancora funzionanti nella zona est della città, dove per 250mila persone sono rimasti solo 30 medici e manca tutto: l’attrezzatura e il materiale sanitario arrivano a singhiozzo e non sono sufficienti neppure a una percentuale minima del fabbisogno. E ogni tentativo di evacuazione si è finora rivelato inutile.

“I corpi sono distesi per terra senza neppure un lenzuolo sotto – è l’orrore descritto da Khaled – il pavimento è chiazzato di sangue rappreso e fresco. Non so come facciano i dottori a garantire trasfusioni e massaggi cardiaci in mezzo a quelli che si lamentano, tra loro tanti ragazzini.

Si stima che, solo nelle 24 ore a cavallo di sabato 24 e domenica 25 settembre, ad Aleppo siano state uccise 23 persone, tra cui 2 bambini. Dalla fine della tregua, in pochi giorni si sono contate almeno 231 vittime civili, 115 soltanto negli ultimi 4 giorni, compresi 19 bambini.

“Questi sono giorni agghiaccianti, tra i peggiori da quando è iniziato il conflitto – ha dichiarato l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria Staffan de Mistura, durante la riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu tenutasi a New York -. Ormai ad Aleppo non si possono più contare i morti, a causa del caos che regna”. Disperato anche l’appello del segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon, che si è detto “inorridito” dall’“agghiacciante escalation militare” ad Aleppo: “Esorto tutti i soggetti coinvolti a lavorare di più per porre fine all’incubo”, ha detto Ban Ki-Moon. Rivolgendosi alla comunità internazionale ha aggiunto: “Si unisca per mandare un messaggio chiaro che non tollererà l’uso di armi sempre più letali contro i civili”.

Non va meglio ai siriani che tentano la fuga sui barconi. Domenica 25 settembre sono sbarcati in Salento25 migranti, tra cui 6 donne – di cui una in gravidanza – e 9 bambini. Molti di loro in stato di ipotermia e un ragazzino con una frattura a un femore. Arrivati a destinazione dopo aver visto anche loro la morte in faccia.

In Siria non c’è più un attimo da perdere per salvare il futuro di una popolazione allo stremo. Per questo Amici dei Bambini ha potenziato il suo impegno e lanciato una nuova grande sfida: la costruzione di un ospedale pediatrico ricavato sotto  una collina, in condizioni di assoluta sicurezza. A fronte di un sistema sanitario ormai al collasso, la nuova struttura sarebbe fondamentale per continuare a dare speranza ai bambini siriani. Ma per riuscirci serve anche il tuo aiuto: fino al 3 ottobre, dona 2 euro con un sms oppure 2 o 5 euro con una chiamata da rete fissa al numero 45507 a favore della campagna Bambini in Alto Mare di Ai.Bi.

 

Fonti: la Repubblica, La Stampa, Tg Com 24, Ansa

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