Siria, la tregua non regge. Il Papa chiede lo stop alle violenze della guerra

Siria. L’appello di Papa Francesco dopo i bombardamenti: “Prevalgano giustizia e pace”. Ai.Bi. ripete ‘Non Lasciamoli Soli’

La situazione in Siria, dopo il raid da parte di Usa, Gran Bretagna e Francia, preoccupa Papa Francesco che, in Piazza San Pietro, nel suo intervento dopo la preghiera dell’Angelus, ha manifestato tutto il suo turbamento.

E, mentre da Mosca continuano ad arrivare dure condanne all’attacco, il presidente della Francia, Emmanuel Macron, rivendica la legittimità dell’azione: “L’operazione in Siria è stata condotta perfettamente”. Ai.Bi. in prima linea sul campo con iniziative di cooperazione internazionale in sostegno dell’infanzia e delle famiglie siriane, ormai allo stremo.

Siria, la tregua non regge. Il Papa chiede lo stop alle violenze della guerra

Sono profondamente turbato dall’attuale situazione mondiale, in cui, nonostante gli strumenti a disposizione della comunità internazionale, si fatica a concordare un’azione comune in favore della pace in Siria e in altre regioni del mondo“: è quanto ha detto Papa Francesco, parlando a braccio dopo la preghiera del Regina Coeli domenicale, in riferimento alla situazione siriana.

 

Mentre prego incessantemente per la pace, e invito tutte le persone di buona volontà a continuare a fare altrettanto, mi appello nuovamente – ha scandito il pontefice – a tutti i responsabili politici, perché prevalgano la giustizia e la pace“. Quella giustizia e quella pace che, invece, da otto lunghi anni sembrano aver abbandonato a se stesso il popolo siriano, compresso e schiacciato tra le bombe delle forze straniere che si contendono la supremazia sul territorio e i militari lealisti di Bashar al-Assad che intendono fare piazza pulita di quanti non sono perfettamente allineati al regime.

In particolare, sabato scorso Papa Francesco aveva parlato al telefono con il patriarca di Mosca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa: un dialogo, ha reso noto il patriarca, necessario per “fermare lo spargimento di sangue“, perché “i cristiani non possono rimanere indifferenti di fronte a ciò che avviene in Siria“.

Ecco il motivo per cui, dal 2013, Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini agisce sul territorio siriano facendo arrivare cibo, indumenti, coperte, sostegno psicologico e di sussistenza alle ragazze-madri, ai bambini abbandonati e alle famiglie che vivono in condizioni di vita ormai disumane, nei campi profughi o alle periferie delle città devastate: per aiutarci a trasformare in aiuto concreto il desiderio di stare vicini al popolo siriano, soprattutto in un momento difficile come questo, è possibile contribuire alla Campagna ‘Non Lasciamoli Soli’, donando una razione alimentare, una cesta di alimenti-base per una famiglia o il supporto psicologico per 10 bambini siriani che hanno dovuto guardare negli occhi l’orrore della morte e della devastazione.

Le famiglie e i bambini siriani rischiano ogni giorno la vita, ma anche per chi evita il sangue delle bombe la sopravvivenza non è assicurata: la loro speranza dipende anche dal cuore e dalla capacità che avremo di essere loro accanto, concretamente, in queste settimane tanto complesse e pericolose.

 

Fonte: Repubblica.it