Siria. Idlib. Bambini in cerca di aiuto. Adozione internazionale: no! Affido: no! Ospitalità: no! Adozione a Distanza? Si

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All’indomani dei terribili attacchi (martedì 04 aprile) nella provincia di Idlib, in cui sono state utilizzate armi chimiche e a causa dei quali si è perpetrata l’ennesima strage di bambini siriani, stiamo ricevendo a ciclo continuo decine e decine di mail , telefonate e messaggi di single, e famiglie che chiedono “cosa posso fare” per aiutare i piccoli siriani.

E tante sono le proposte e le iniziative: spaziando dalla volontà di dare ospitalità, accogliere in affido fino a quella di adottare i bambini siriani, pur di sottrarli all’orrore che ogni giorno vivono.

No, tutte queste sono strade non percorribili nel pieno di una situazione di conflitto.

E allora che fare? Di certo non stare con le mani tra le mani perché questi bambini non meritano la nostra indifferenza e disinteresse.

Qualcosa si può:  e questa si chiama “adozione a distanza”. Ovvero destinare degli aiuti concreti e immediati grazie ai quali porre le basi per un futuro possibile per questi bambini che hanno tutto il diritto e la volontà di rimanere nella propria terra, con i propri genitori.

Sono 13,5 milioni le persone che hanno bisogno di aiuti umanitari. Di questi 6 milioni sono bambini. Piccoli malnutriti, testimoni di massacri, spesso usati dagli eserciti in combattimento come scudi umani: un’intera generazione di siriani rischia di andare perduta per sempre.

Bambini che hanno diritto a dei pasti caldi, ad  andare a scuola, a ricevere cure e assistenza in ospedali sicuri. Perché loro vogliono stare la’, con chi è rimasto della loro famiglia e il nostro dovere è quello di proteggerli e aiutarli a vivere nella loro terra.

I bambini non ci chiedono di venire al mondo e, in quanto bimbi, si aspettano che li proteggiamo e il nostro unico modo per fare ciò è non ignorarli sostenendo le iniziative e i progetti di quanti come Ai.Bi. sono in prima linea al loro fianco.

E Ai.Bi. di certo, non rimane indifferente alla loro sofferenza: per questo da più di quattro anni opera proprio nelle province di Aleppo, Idlib, Homs e Rural Damasco, fornendo supporto alimentare e psicologico e promuovendo iniziative di autosostentamento.

 Lo fa in collaborazione con dei partner locali e ha già portato aiuti umanitari a oltre 35mila bambini siriani sfollati e alle loro famiglie. Fondamentali gli interventi finalizzati al supporto psicologico ai bambini, per il recupero dallo stress post traumatico e il progetto di costruzione di un nuovo ospedale pediatrico scavato nella roccia di una collina, al riparo dalle bombe.

Ma per fare tutto ciò, è necessario anche il tuo aiuto: è possibile sostenere i vari progetti attivando un sostegno a distanza o effettuando una donazione libera al progetto “Non lasciamoli soli”.