Siria. Quando la violazione di ogni diritto diventa la “normalità”: milioni di bambini costretti a lavorare per sopravvivere

bambini siriani sfollatiLa guerra crea disastri fisici, psicologici e ideologici, dei quali le vittime più colpite sono i più fragili tra i fragili: i bambini. I numeri del conflitto in Siria dimostrano tutta la drammaticità delle condizioni in cui è costretta a vivere l’infanzia vittima della guerra: circa 6 milioni di minori necessitano di assistenza umanitaria, più di 2 milioni vivono in zone difficili o sotto assedio e almeno 3 milioni non vanno a scuola. La guerra è regressione.

Dal 2011, quando scoppiò il conflitto nel Paese mediorientale, un numero sempre crescente di bambini è obbligato a lavorare per sopravvivere. Sempre più spesso i minori vengono avvicinati da gruppi armati che intendono assoldarli. Il fenomeno, già drammatico di per sé e presente in Siria anche prima dell’inizio della guerra, sta assumendo dimensioni da vera e propria emergenza umanitaria.

Milioni di bambini, dunque, entrano in un tunnel fatto di obblighi che non dovrebbero mai competere a persone della loro età, venendone travolti.

Coltivano i campi, vendono merci per le strade, lavano le macchine, lavorano metalli e legno, raccolgono la spazzatura, portano l’acqua, chiedono l’elemosina. Alcuni sono addirittura costretti a raccogliere le parti del corpo di chi è stato ucciso in vista della cremazione. Arrivano a lavorare anche fino a 16 ore al giorno.

E’ sempre più evidente quindi che il lavoro minorile si stia sostituendo progressivamente al diritto all’istruzione. Per oltre 3 milioni di piccoli siriani, costretti a lasciare le proprie case, le possibilità di accesso all’istruzione sono fortemente limitate: molte scuole sono state attaccate dai bombardamenti, come se fossero obiettivi militari.

Sono circa 8 milioni i siriani che hanno dovuto lasciare la propria città per sfuggire ai combattimenti. Sono gli sfollati interni: persone che non hanno più nulla e che, finiti i risparmi ed esclusi dagli aiuti internazionali, per sopravvivere ricorrono anche al lavoro minorile che, in questo scenario, sta diventando una risorsa fondamentale tanto da trasformarsi, per loro, in una condizione di ordinaria “normalità”.

Eppure questo raccapricciante fenomeno si potrebbe limitare con un aiuto esterno. Quell’aiuto che può arrivare da tutti noi. Attraverso una donazione a favore della campagna Non lasciamoli soli, promossa da Amici dei Bambini in Siria, si potranno sostenere gli interventi di prima e seconda emergenza che Ai.Bi. realizza in 4 delle più devastate aree del Paese: quelle di Idlib, Aleppo, Homs e Rural Damasco. Qui Ai.Bi. è impegnata nel garantire sostegno alimentare e sicurezza dei minori. Una missione difficile che non possiamo non portare avanti: per questo serve il contributo da parte di tutti.

Fonte: Altrenotizie