Starita, vicepresidente CAI: Il 97 % delle Adozioni internazionali ha esito positivo. Arrivati i primi bambini del Ghana

Vincenzo Starita, vicepresidente della Commissione Adozioni Internazionali spiega i motivi per i quali c’è speranza che le Adozioni Internazionali possano tornare a crescere. Nonostante tutte le difficoltà

Non ci stupiamo dei numeri che certificano il calo delle adozioni internazionali, ma “stiamo facendo di tutto per invertire la tendenza”. È racchiuso in questa frase il senso della lunga e bella intervista che il vicepresidente della Commissione Adozioni Internazionali Vincenzo Starita ha rilasciato a Luciano Moia di Avvenire. Un’intervista in cui vengono analizzati tutti i nodi cruciali che riguardano le Adozioni, i motivi di difficoltà ma anche gli elementi di speranza che non mancano.
Perché è vero che il primo trimestre del 2023 ha visto concludersi solo 248 adozioni contro le 273 del 2022, ma non si può non tenere conto della situazione geopolitica ancora fortemente instabile e delle trasformazioni socio-culturali che sono in corso ormai da tempo.

L’impegno della CAI sul fronte Internazionale

Così come non si può non tenere conto del lavoro che la CAI sta facendo nel tessere rapporti con diversi Paesi: Starita sottolinea ad Avvenire il convegno in Ecuador di pochi giorni fa, a cui ha partecipato anche il responsabile dell’Adozione Internazionale di Ai.Bi. Michele Torri, che ha avuto l’obiettivo “esplicito di implementare le adozioni in Centro e Sud America. Sono stati siglati accordi bilaterali con Paraguay, Uruguay ed Ecuador”, mentre con Salvador e Costarica gli accordi sono in via di definizione.
Sul fronte Paesi, il vicepresidente CAI rivendica anche l’accordo della Cambogia con sei enti italiani (“Saremo il primo Paese a riavviare le adozioni nel Paese asiatico” – dice), e non nega le difficoltà con l’Africa, anche se, di contro, sono arrivate le prime adozioni dal Ghana, con due famiglie seguite e accompagnate nel Paese da Ai.Bi. – Amici dei Bambini.
Una riflessione a parte è dedicata alla Cina, in cui la situazione rimane di fatto bloccata dai tempi del Covid. Starita non dimentica le 30 coppie italiane con un abbinamento in corso con il Paese, 5 delle quali già in possesso della cosiddetta “pergamena rossa” che indica la fine delle procedure. CAI e Governo continuano senza sosta il lavoro diplomatico per sbloccare la situazione, ma se dalla Cina l’apertura al dialogo non è mai venuta meno, di fatto si vive in una eterna “insopportabile” attesa.

Costi e tempi d’attesa

Sul fronte più prettamente nazionale, Starita analizza quelli che rimangono i principali, e arci noti, ostacoli all’Adozione Internazionale, come costi e tempi d’attesa, ma non prima di aver ricordato come l’Italia sia “il Paese che sostiene maggiormente le coppie dal punto di vista economico”, arrivando a rimborsare circa il 60 per cento delle spese, e come, dopo gli Stati Uniti, sia quello che “fa registrare il numero più alto di adozioni al mondo”. Ma “se guardiamo i bambini con bisogni speciali siamo certamente quello che apre le porte con maggior generosità” – precisa.
Per quanto riguarda le lunghe attese, Starita ricorda come siano circa 3000 le coppie che hanno ottenuto l’idoneità da parte di un Tribunale, anche se un migliaio di queste, con un nulla osta molto vecchio, di fatto hanno rinunciato al percorso adottivo. Ciò nonostante, “se a queste coppie venisse offerta la possibilità di concludere un’adozione con tempi e costi ragionevoli, il mondo delle adozioni si rimetterebbe in moto”.
Relativamente ai costi, invece, Starita ricorda che a breve arriverà un “contributo aggiuntivo voluto dalla ministra Eugenia Roccella… per chi adotta un bambino con bisogni speciali”, ovvero non solo quelli con problemia fisici, ma anche i bambini grandi e le fratrie numerose.
Il Vicepresidente ricorda anche come i rimborsi ordinari siano ora erogati con regolarità e annuncia che per fine anno, o al massimo nei primi mesi del 2024, verranno emessi quelli relativi alle adozioni concluse nel 2022.
Quindi, nonostante tutto, i segnali positivi non mancano. In particolare – conclude Starita – anche tenendo conto di come aumentino le adozioni di bambini special needs, che sono ormai il 60% di quelle che avvengono in Italia, “non cresce il numero dei fallimenti adottivi”, fermo a circa il 3% del totale. Ciò significa che “il 97% delle adozioni ha esito positivo. Questo perché con grande fatica stanno cambiando anche le coppie che si rivolgono all’adozione internazionale”. E – come giustamente conclude Moia nell’articolo di Avvenire: “Anche questo è motivo di speranza”.