neonata abbandonata

Sudafrica. Neonata abbandonata tra le formiche rosse in un condotto di scarico di una grondaia: salva per miracolo

La madre, subito dopo aver partorito, l’ha lasciata in quell’antro freddo e umido ancora con il cordone ombelicale attaccato. A trovarla, una 63enne, allertata dai guaiti del proprio cane.

In corso le indagini per cercare di risalire alla madre, mentre la bambina è ancora ricoverata per ipotermia e problemi respiratori.

neonata abbandonataSalva per miracolo: è l’ennesimo caso di neonata abbandonata dalla madre subito dopo il parto nel mondo, quello che viene raccontato sull’online di Leggo, riprendendo una notizia del Sun. La piccola è stata lasciata dalla genitrice, verosimilmente subito dopo averla data alla luce, nel nel condotto di scarico di una grondaia appena nata. Provvidenzialmente, è stata avvistata dalla 63enne Charmaine Keevy, che durante una passeggiata con il suo bassotto si è accorta di qualcosa di strano e ha lanciato l’allarme.

La donna era scesa la mattina con il cane per le strade di Port Elizabeth, in Sudafrica, quando ha notato qualcosa di strano. Subito dopo, il bassotto ha iniziato ad abbaiare: così la donna si è sporta per guardare meglio e ha notato che nel fondo del canale si trovava un bambino. Charmaine ha subito chiesto aiuto ai passanti e a fermarsi è stato Cornie Viljoen che con una barra di metallo ha sollevato il piano di cemento che copriva il condotto, mettendo in salvo la piccola.

La bimba, nuda e infreddolita, era appena nata e aveva ancora attaccato il cordone ombelicale. Esposta alle intemperie e ai morsi di formiche rosse, è riuscita comunque a sopravvivere: oltre a un’evidente ipotermia le sono stati riscontrati pure problemi respiratori. La neonata non è ancora fuori pericolo, ma i medici sono fiduciosi sulle possibilità di un suo recupero. Intanto, la Polizia ha avviato le indagini per risalire all’identità della madre e le autorità hanno chiesto a chiunque abbia visto qualcosa di sospetto nella zona di farsi avanti e parlare.

Casi sempre più frequenti e diffusi, in tutti i Paesi, di abbandono di bebè non possono non interrogare l’opinione pubblica circa le contromisure da prendere per tentare di ‘frenare’ il fenomeno e offrire tuttavia risposte convincenti e concrete alle madri in difficoltà che, da una parte, hanno il meritorio coraggio di portare a termine la gravidanza, ma dall’altra non si sentono poi di fare quel ‘passo’ in più verso il futuro dei propri figli appena nati. Oltre all’urgenza – anche nel nostro Paese – di una legge che istituzionalizzi in modo adeguato ‘Una culla per la vita’, potrebbe essere utile lavorare per promuovere, a livello nazionale e internazionale, tutte le iniziative di adozione a distanza, anche e soprattutto quelle ‘in pancia’, che potrebbero impedire, nella maggior parte dei casi, epiloghi rischiosi per la vita dei neonati, come quello capitato a Port Elizabeth, stavolta per lo meno a lieto fine.

Fonte: Leggo.it