L’Inflazione spaventa? Tornano i Buoni spesa per le famiglie più in difficoltà

Anche per il 2022 è possibile richiedere i buoni spesa per l’acquisto di beni di prima necessità. Importi, modalità di presentazione della domanda ed erogazione dei buoni variano da comune a comune

Tra le misure introdotte durante la pandemia per aiutare le famiglie più in difficoltà, ci sono anche i buoni spesa: contributi economici erogati dai singoli comuni e destinati ai nuclei familiari numerosi o con ISEE più bassi.
Il fondo messo a disposizione dal governo per questa misura attraverso il Decreto Sostegni Bis era di 500 milioni: parte della cifra, a fine 2021, non era stata ancora utilizzata, cosa che ha permesso a diversi comuni di rilanciare i buoni spesa anche per il 2022. Ciò detto, è chiaro che conviene interessarsi in fretta, così da presentare la domanda prima che i contributi a disposizione finiscano.

Buoni spesa: l’importo varia a seconda del comune di residenza

In genere, specie on line, si parla di un contributo da 40 euro, ma in realtà non c’è un importo fisso per i buoni spesa. A ogni comune è stata data ampia autonomia, sia per i criteri con i quali assegnarli, sia sulla cifra e sul numero dei beneficiari: qualche comune ha quindi scelto di distribuire meno buoni spesa ma più sostanziosi, altri hanno preferito fare una scelta opposta e allargare la platea dei beneficiari diminuendo la cifra del singolo buono.
Questa frammentazione si riflette anche sulle modalità di presentazione della domanda: ogni comune, infatti, ha stabilito dei propri criteri e bisogna fare riferimento ai siti ufficiali delle varie amministrazioni per conoscerne i dettagli. Non sempre, per esempio, è possibile fare la richiesta dei buoni spesa online, ma ci sono dei moduli da scaricare, compilare e restituire di persona.

Redditi e composizione del nucleo familiare i principali criteri per stabilire chi ha diritti ai buoni spesa

Se, come detto, i requisiti specifici per ottenere il bonus spesa variano da comune a comune, ci sono delle caratteristiche generali che si possono prendere in considerazione per ipotizzare se si possa rientrare o meno tra i beneficiari della misura:
– Innanzitutto il comune di residenza (non tutti i comuni hanno attivato i buoni spesa)
– La composizione del nucleo familiare (in particolare il numero dei figli)
– L’ISEE (che prende in considerazione l’insieme dei patrimoni mobiliari e immobiliari)
– Situazione lavorativa dei componenti del nucleo familiare
– La percezione o meno di altri contributi economici pubblici
Una volta verificati i requisiti del proprio comune e presentata la domanda, anche l’eventuale erogazione dei buoni spesa è decisa dai singoli comuni: in questo caso, però, quasi tutti hanno optato per un supporto digitale e non cartaceo (dall’invio del buono via mail, all’accredito della cifra su tessere apposite o sulla stessa tessera sanitaria).
Una cosa uguale per tutti, però, c’è: ed è ciò che con i buoni spesa si può comprare. La misura, infatti, è pensata per andare incontro alle famiglie più in difficoltà e, come tale, permette l’acquisto unicamente di beni di prima necessità. Non è raro che le amministrazioni dei vari comuni, specie i più piccoli, abbiano fatto convenzioni ad hoc con negozi o supermercati locali.