#BAMBINIxLAPACE. Ucraina: 300 giorni di guerra

Dopo oltre 10 mesi di guerra il problema più grande, oggi, è la mancanza di elettricità, con conseguenti problemi di riscaldamento delle case. Ma la vita continua, e prova a prendersi la sua rivincita con 13.340 nuovi nati, a Kiev, durante questi 300 giorni di conflitto

300 giorni di guerra! Oltre 10 mesi di bombe, di morti, di fughe disperate e ritorni pieni di paura e speranza. 300 giorni di resistenza interna e di aiuti arrivati da fuori; di progetti, di successi e di fallimenti. 300 giorni che sembrano molti di più per chi guardando avanti non riesce ancora a vedere possibili spiragli di pace e si aggrappa alle buone notizie portate dalla vita che nasce. In questi 300 giorni di guerra, infatti, a Kiev, la capitale dell’Ucraina, sono nati 13.340 bambini. 6924 maschi e 6416 femmine, compresi 233 coppie di gemelli e due parti trigemellari. Sono oltre 40 nuovi nati ogni giorno, che forse non bastano a superare numericamente le bombe cadute nel frattempo, ma gettano un seme di speranza che guarda al futuro.

Mancanza di elettricità e freddo i problemi principali di Kiev

Nel frattempo, però, il presente non fa sconti. A oggi, la situazione più complicata in città è quella dell’approvvigionamento energetico: alcune zone di Kiev ricevono la corrente per circa 5 ore al giorno; altre per sole 2 o 3 ore. Poi ci sono le case che negli ultimi giorno sono rimaste completamente al buio, anche perché la città non può ricevere energia dalla rete elettrica del Paese a causa di danni alle apparecchiature ad alta tensione. Per questo, dopo il tramonto, la capitale dell’Ucraina appare una città fantasma, “morta e vuota” – racconta il cooperante di Ai.Bi. che vive lì. “La temperature, nelle case e negli appartamenti in cui la fornitura di calore e acqua dipende dall’elettricità, è scesa a 15 gradi: non soffrono solo le persone, ma anche gli animali domestici”
In città, secondo quanto riferito dal sindaco Vitali Klitschko, sono attualmente in funzione più di 430 “punti di invincibilità”, dove è garantita la corrente elettrica, il riscaldamento, l’acqua e il collegamento a internet. Tutti gli abitanti possono recarsi in uno dei punti in qualsiasi momento, visto che rimangono aperti 24 ore su 24 e sono completamente gratuiti, il problema è che tutti hanno una capienza limitata e possono garantire una presenza simultanea che, a secondo dai luoghi, va da 40 a 500 persone.
La speranza di tutti, naturalmente, è che la situazione possa piano piano migliorare e, soprattutto, che non debbano passare altri 300 giorni prima di vedere dei concreti progressi verso una pace duratura.

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In questo contesto non si fermano comunque le attività che Ai.Bi. porta avanti direttamente sul territorio ucraino attraverso il progetto #BAMBINIxLAPACE. Oggi più che mai, però, ogni aiuto è prezioso per riuscire a dare continuità agli interventi aderendo al progetto di Adozione a Distanza dei bambini e delle famiglie dell’Ucraina. QUI si possono avere tutte le informazioni e dare il proprio contributo. EMERGENZA UCRAINA