Ucraina. “Non riesco a togliermi dagli occhi gli sguardi di quei bimbi in orfanotrofio”

La commovente lettera di Yuri Locatelli , adottato 18 anni fa in Ucraina: “Il valore della vita e della famiglia è il bene più importante. Io, mi creda, lo posso proprio dire”.

Caro direttore,
sono Yuri Locatelli, e nel nome c’è già un po’ la mia storia: sono nato a Kryvyi Rih, in Ucraina18 anni fa. Appena nato sono stato portato in orfanotrofio e quando avevo un anno e mezzo sono stato adottato. Sono italiano, qui è la mia famiglia – che a volte faccio un po’ impazzire – qui studio – prendo voti belli e brutti – farò l’università e lavorerò. Ma la mia terra d’origine l’ho sempre custodita nel cuore.
Qualche anno fa con i miei genitori siamo tornati in Ucraina per ricostruire un po’ delle mie origini, di cui, così piccolo, avevo solo pochissimi ricordi attraverso qualche foto e i racconti dei miei.
Oggi vedo passare continuamente immagini di una Kiev spettrale, che invece avevo visitato e vissuto come una città vivace e dinamica. Vedo continuamente la cartina dell’Ucraina con i simboli dei bombardamenti anche vicino alla mia città d’origine e non riesco a togliermi dagli occhi e dalla mente gli sguardi di quei bimbi in orfanotrofio, nei quali in quella mia recente visita ho rivisto me stesso tanti anni fa, stanno aspettando di fare finalmente un salto nella vita, in un’altra parte del mondo o nella stessa Ucraina, e che ora la guerra fermerà come un sogno spezzato.
Penso ai tanti genitori qui, pieni d’angoscia, pronti a partire per formare una nuova famiglia, che forse hanno già visto il loro bambino e non sanno se e quando potranno raggiungerlo.
E mi sono messo anche nei panni di molte persone in Italia che hanno parenti in Russia, Ucraina, Moldavia tra cui Snejana, la mia ragazza. Sua nonna vive in Moldavia e le racconta che sente le esplosioni e che a breve staccheranno addirittura la corrente elettrica. Quando me lo ha detto ho pensato se al suo posto ci fossi io, e credetemi, piuttosto di avere i miei nonni vicino e riunire la mia famiglia andrei a prenderli a piedi pur di salvarli.
Ho deciso di esternare e condividere le mie emozioni con Lei, direttore, nella speranza che questa mia testimonianza spinga noi tutti, ma in particolare il nostro Governo a contribuire quanto prima possibile ad una risoluzione di solidarietà tra popoli. Perché davvero il valore della vita e della famiglia è il bene più importante. Io, mi creda, lo posso proprio dire.

Grazie per l’attenzione
Yuri Locatelli