Dall’UE arriva un nuovo problema: “le case verdi”. Il 57% degli edifici in Italia dovrebbe essere ristrutturato!

Una direttiva dell’UE, ancora non definitiva, imporrebbe limiti molto stringenti di efficienza energetica per gli edifici. Secondo l’Enea, con questi parametri di “case verdi” bisognerebbe ristrutturare 8 milioni di edifici entro il 2033, con costi non sostenibili per le famiglie italiane

Da tempo, è noto, la Commissione Europea è impegnata nello sforzo di contrastare il cambiamento climatico con una serie di progetti e di iniziative volte, da un lato, a sensibilizzare l’opinione pubblica, dall’altro a proporre concrete direttive da rispettare per raggiungere l’obiettivo. In particolare, il piano della UE sul clima “Fit for 55” punta a ridurre del 55% le emissioni inquinanti entro il 2030.

Un terzo delle emissioni deriva dai sistemi per scaldare e raffreddare gli edifici

È all’interno di questa cornice che è stato pensato il provvedimento sulle cosiddette “case verdi” che da diversi giorni sta facendo discutere e ha già visto diversi esponenti del governo italiano e non solo intervenire criticando i parametri troppo stringenti proposti.
In realtà, al momento, il testo è ancora ben lontano dall’essere definitivo, visto che ci sono ancora una serie di passaggi prima della sua approvazione finale che servirà da “base di trattativa” con i diversi Paesi membri, visto che le direttive della Commissione sono sì vincolanti, ma prevedono un certo margine nell’applicazione da parte delle diverse nazioni.
Il punto di partenza della Commissione è l’osservazione di come in Europa fino a un terzo del totale delle emissioni del settore energetico sia provocato dall’energia utilizzata per riscaldare e raffreddare gli edifici. Da qui la considerazione di come sia necessario migliorare l’efficienza energetica di case, uffici e immobili pubblici per contrastare realmente l’effetto serra.
La direttiva è articolata su due punti: uno che fissa un limite minimo di efficienza energetica che tutti gli edifici dell’Unione dovrebbero arrivare a rispettare entro il 2033; l’altro che, logicamente, fissa dei criteri univoci di classificazione energetica secondo cui suddividere gli edifici dalla classe A (quelli energeticamente più efficienti) alla classe G. La classe minima fissata per il 2033 sarebbe la E.

Efficienza energetica: andrebbero ristrutturati 8 milioni di edifici entro il 2033

Il problema nasce  – come riferisce Il Post – nel momento in cui, secondo i dati i dati dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) aggiornati al gennaio del 2022, oltre la metà degli edifici in Italia (per la precisione il 57%) sarebbero nelle classi F e G, ovvero al di sotto della soglia minima E. Per tradurre in numero la percentuale, si tratterebbe di qualcosa come 8 milioni di edifici, che andrebbero dunque ristrutturati nei prossimi 10 anni.
Va però sottolineato che, a oggi, l’UE non ha ancora fissato quali siano i parametri di riferimento della classificazione e, quindi, la “futura” classe energetica E potrebbe avere limite inferiori a quelli attuali su cui sono stati fatti i calcoli appena riportati.
È ancora presto, insomma, per gli allarmismi, anche se da parte di molti politici le richieste sono quelle, più che legittime, di mantenere una certa flessibilità soprattutto nelle tempistiche imposte, pur tenendo fermi gli obiettivi sul clima.
Sicuramente le discussioni non mancheranno nei prossimi mesi.