USA. Aborto legale fino al nono mese e riproduzione collaborativa: il diritto dell’adulto innanzitutto!

Riproduzione collaborativa. Dopo aver legalizzato l’aborto tardivo, fino al nono mese di gestazione, lo Stato di New York conia una nuova terminologia per la maternità surrogata.

Riproduzione collaborativa” a New York l’utero in affitto ora si chiama così. A pochi giorni dalla legalizzazione dell’aborto fino al nome mese di gravidanza, il Governatore dello Stato di News York, si appresta a mettere mano anche all’attuale normativa sulla maternità surrogata: via libera a quella commerciale, regolata da contratti di compravendita prontamente ribattezzata come “collaborative reproduction”. Il «Child-Parent Security Act» inserito nel bilancio 2019, una volta approvato dalle Camere, permetterebbe di fatto ciò che finora era proibito: pagare per avere un bambino arruolando una donna «portatrice».

L’attuale legge, partendo dal concetto che la maternità surrogata con ovuli non donati ma comprati non fosse distinguibile dalla vendita di neonati, né rispettosa della dignità delle donne, dei bambini e della riproduzione umana, proibisce di fatto il pagamento di una madre surrogata ma non gli accordi volontari e gratuiti, assimilando il caso a una adozione pre-parto con possibile ripensamento della madre dopo la nascita del neonato.

Con la nuova “Child-Parent Security Act”  lo Stato di New York si adegua a ciò che già accade in altri Stati Usa con la privatizzazione della “gestazione per altri” (Gpa) per la felicità dei genitori newyorchesi che oggi vanno in California.

Poche e flebili le voci contrarie. La maternità “surrogata gestazionale” negli USA sembra ormai una pratica “sdogatana”. Così ancora una volta la forza dell’industria della fertilità (BigFertility) annulla i diritti della vita nascente e delle donne.

La Gpa” – spiega ad Avvenire, Daniela Bandelli, sociologa all’Università Lumsa di Roma, impegnata in una ricerca mondiale sulla maternità surrogata – “è  proposta come un metodo per realizzare il desiderio di genitorialità. Il bambino è il mezzo, e viene dopo le priorità dell’adulto. Guai a mettere in discussione il potere individuale di autodeterminazione…”.

“Nel 2015 in California è nata per iniziativa di Jennifer Lahl, la campagna «Stop Surrogacy Now» per l’abolizione universale della Gpa – ricorda Bandelli- che oggi rappresenta 20mila persone in tutto il mondo ma che sembra essere più popolare in Europa che negli Usa, dove né il femminismo né il movimento pro-life fanno seria opposizione.”

Intanto, esultano i «genitori intenzionali» newyorchesi che non saranno più costretti a volare in California o altrove per avere mano libera. Di più: le «madri portatrici» potranno stipulare contratti con «genitori intenzionali». Ancora una volta i diritti degli adulti innanzitutto!

Fonte: Avvenire