In Uzbekistan chiusi tutti gli orfanotrofi. Aprono oltre 100 case famiglia

Tramite un decreto del Presidente, l’Uzbekistan ha chiuso gli orfanotrofi in 5 provincie del Paese. Tutti i minori sono stati “adottati”, ma c’è il sospetto che le adozioni siano state imposte dallo Stato

Il fatto non è recentissimo e i contorni del provvedimento non sono ancora del tutto chiari, ma sicuramente si tratta di un fatto piuttosto significativo che merita di essere segnalato.
I fatti ci portano in Uzbekistan, dove, con un decreto del presidente Šavkat Mirziyoyev, sono state chiuse d’ufficio in cinque provincie le “case della misericordia”, ovvero gli orfanotrofi che ospitavano bambine e bambini orfani o rifiutati dalle famiglie, per lo più nella fascia d’età tra 8 e 16 anni.
Le strutture sono state chiuse perché tutti i bambini sono stati adottati! E detta così potrebbe sembrare una notizia eccezionale. Il fatto è che ci sono molti sospetti sul fatto che le adozioni siano state “imposte” dall’alto, visto soprattutto che ad adottare i bambini sono stati i funzionari delle amministrazioni locali, della Guardia Nazionale, della polizia o alcuni imprenditori locali.

Prevista l’apertura di oltre 100 case famiglia

Il piano del governo è quello di chiudere gli orfanotrofi per aprire oltre 100 case famiglia in tutto il Paese. Strutture più piccole che possono essere aperte dai genitori adottivi (tutti ufficialmente volontari) in base ad alcuni requisiti sulla superficie abitativa e la presenza di uno stipendio fisso. Lo Stato provvederà poi a versare un contributo integrativo che, secondo alcune voci, si aggira sui 120 euro al mese per bambino, arrivando a 250 euro in caso di minori invalidi. Inoltre, dovrebbero essere concessi dei fondi per il vestiario, comprendente giacca, stivali, abiti sportivi e uniforme scolastica.

Il sospetto di adozioni “forzate”

Come riporta AsiaNews, un operatore dell’Ufficio adozioni di Samarcanda (che ha voluto rimanere anonimo) si è detto convinto che l’adozione dei bambini in orfanotrofio sia stata un’operazione imposta dal Governo: “In 10 anni di lavoro in questo settore – si legge – non ho mai visto alcun dirigente o funzionario della pubblica amministrazione che abbia espresso il desiderio di adottare un bambino, e oggi ne adottano fino a cinque per volta?”
Ma la questione rimasta aperta che più preoccupa, come sottolinea giustamente AsiaNews, è un’altra: detto che economicamente l’aiuto dello stato non pare abbastanza per i fabbisogni di un adolescente, chi provvederà a controllare le condizioni fisiche e psichiche di tutti questi bambini accolti nelle case-famiglia? Presso la Guardia Nazionale esiste un apposito settore per l’infanzia, ma la poca chiarezza che circonda le varie informazioni che arrivano dall’Uzbekistan rende legittimo, se non altro, porsi la domanda. Sperando, naturalmente, che sia una domanda sbagliata e ogni minore possa davvero trovare una famiglia in cui crescere il più serenamente possibile.