Vittoria di Grillo e ritorno di Berlusconi: riforma dell’adozione e dell’affido addio!

schede350“C’è davvero qualcosa di strano in queste elezioni. Pare abbiano tutti motivo di essere soddisfatti. Tutti hanno vinto qualcosa, mentre il solo ad uscire ancora una volta fortemente indebolito è il nostro Paese.

Chi è soddisfatto di avere almeno conquistato la maggioranza relativa. Chi è tornato in campo da sconfitto e ha saputo pareggiare. Chi entusiasta raccoglie l’auspicata tempesta dopo aver seminato vento a destra e sinistra, e chi, costretto in poche settimane ad organizzarsi, è contento di essere almeno presente dopo aver ricevuto il dono avvelenato del governo di un Paese sul baratro da salvare, consentendo agli artefici di tale situazione di apparire ripresentabili (miracoli della cosmesi politica).

Uno strano Paese il nostro, c’è chi si afferma demolendo e chi si è speso per salvarlo viene subito bocciato. Chi sembra aver argomenti per vincere pareggia e chi grida e illude non perde, anzi.

Certo sono solo opinioni del tutto controvertibili, in ogni caso siamo ora ingovernabili e con tale situazione le attese riforme – comprese quelle tanto auspicate a favore della famiglia e dell’accoglienza adottiva e affidataria – prima difficili ora diventano (forse) impossibili. Già complesso l’iter di riforma con un governo assicurato da coalizione un minimo coesa e su tali questioni sensibile, non riusciamo a cogliere in questa inedita situazione un elemento di incoraggiamento, con interessi rivolti altrove, volontà più demolitive che riformatrici, sfiducia reciproca tra i protagonisti chiamati a confrontarsi: ben felici di essere nei fatti smentiti, temiamo infatti tale situazione e le sue derive.   

Due soluzioni non necessariamente alternative: di nuovo al voto – ma non con le stesse regole – e un’inedita alchimia politica (miracoli della biopolitica) davvero in grado di mettere esclusivamente al primo ed unico posto alcuni tasselli per il bene del Paese. Per entrambe occorre che le persone elette siano, sotto la guida del Presidente della Repubblica, coerenti con la Costituzione prima che fedeli ai propri programmi. Tornare al voto solo dopo aver cambiato legge elettorale e governare l’Italia con un unico e solo programma, da condividere e armonizzare con gli altri, malgrado le rilevanti differenze, perché ora, mentre tutti dicono di aver vinto, o torna a vincere solo il Paese o tutti perderanno.

Il sistema politico (protagonisti storici e neofiti) è impegnato in discussioni e in competizioni del tutto estranee alle reali istanze del Paese, sperperando risorse senza generare e raccogliere le migliori energie di cui è comunque ricca la società italiana. Innumerevoli segnali di stanchezza e delusione da parte del Paese sono stati trascurati e non considerati da un sistema politico non più riconoscibile quale affidabile interprete della società; occorre tuttora farsi carico di proposta e presenza, senza demagogia e populismi, per restituire fiducia e credibilità nelle istituzioni, ricostruendo trame di speranza e di fiducia cha paiono ormai delle rarità.

Una preziosa occasione in tal senso è stata decisamente persa: auspichiamo che non resti l’unica e l’ultima, ma occorre che i protagonisti dei deludenti esperimenti abbiano l’umiltà di riconoscerli e altri siano pronti a raccogliere una sfida che attende ancora di essere decentemente affrontata.”

 

(Gianmario Fogliazza)