Wara: la storia di un miracolo compiuto dall’amore di una mamma adottiva grazie all’Adozione a Distanza!

Adozione a Distanza” Bolivia Non sono il “cocco”, di mamma o di papà, il preferito dello zio o quello che in ogni situazione veste la maglietta del “monello”. Semplicemente non sono “figli”, con la “unicità” che contraddistingue ogni figlio, tutti i figli.

A scuola spesso fanno fatica a concentrarsi perché sono preoccupati per le loro famiglie, chi ce l’ha,  e per il loro futuro, se mai l’avranno. Con il cuore che soffre manca loro la motivazione per impegnarsi nello studio” – racconta l’educatrice del centro – “Non riusciamo a seguire tutti nei compiti  e serve sempre materiale scolastico e loro sono tanti. Sono bambini che arrivano da situazioni diverse. Tanti bambini sono qui dalla nascita e non sappiamo nulla dei loro genitori né da dove arrivano perché quasi sempre trovati per strada. Altri hanno i genitori, che quasi sempre vivono in comunità lontane. Famiglie povere ed emarginate, che vivono situazioni di grave disagio e disgregazione che le hanno portate ad abbandonare i propri figli.”

L’inizio della storia di Wara è simile a quelli di tanti bambini accolti nell’istituto “Josè Soria”, sostenuto dal progetto “Adozione e Sostegno a Distanza” di Ai.Bi. Bolivia.

Ma la storia di Wara ha un epilogo che non tutte, purtroppo hanno … dopo 7 anni Wara è diventata finalmente figlia e oggi sorride per coccole, abbracci e smorfie tutte per lei!

Nella relazione psicosociale dell’istituto, Wara era descritta come una bambina affetta da un ritardo mentale lieve. Tutti i suoi coetanei avevano imparato a leggere, chi più chi meno, ma Wara non riusciva, tanto che l’insegnante delle primarie aveva proposto che ritornasse a frequentare l’asilo.  Le educatrice del centro non speravano in un’adozione. Le coppie boliviane accolgono quasi sempre bambini “sani” e piccoli, fino  a tre anni di età.  La stessa Wara si era convinta che qualcosa in lei non andasse. C’era sempre un bambino più veloce di lei nella corsa, una bambina che aveva disegnato meglio o colorato nei contorni, chi non faceva la pipì a letto … Quale mamma e papà avrebbero desiderato come figlia di sette anni, per giunta l’ultima della classe, l’ultima nella corsa, l’unica che ancora non sapeva sillabare … Wara ne era certa, non avrebbe avuto una mamma e un papà.

Ma “l’adozione a distanza” è miracolosa e un giorno è arrivata una mamma adottiva per Wara.  Una mamma che sognava da sempre una bambina grandicella come lei, che sembrava conoscere Wara da sempre. Non è stato necessario dirle nulla … conosceva il suo bisogno di amore, stabilità e sicurezza. Non era tempo di pensare al suo rendimento scolastico. Tutto si sarebbe risolto da sé!

La mamma di Wara, ha dovuto bussare alla porta di venti scuole prima di trovare una scuola, Kurmi Wasi, pronta ad accogliere Wara così come qualche mese prima aveva fatto lei. Una scuola, che utilizza differenti metodi pedagogici, da quello Montessoriano a quello steineriano, che ha accolto Wara nella sua totalità e nel suo essere “bambina” e da poco finalmente di nuovo “figlia”.

Coinvolgendo la mamma, la comunità e la scuola, la nuova insegnante ha portato avanti un piano d’inserimento graduale grazie al quale Wara è migliorata molto e ha recuperato tutte le sue lacune, ma soprattutto è diventata una persona sicura di se stessa e consapevole delle sue capacità e qualità. Oggi la piccola Wara é una delle studentesse più brave della sua classe, le piace leggere e da grande vuole diventare maestra.

Wara dall’alto dei suoi 7 anni ci insegna che per crescere un bambino ha bisogno di persone che credano in lui senza sentirsi mai giudicato. Nei centri di accoglienza i bambini ce la mettono tutta per crescere e gli adulti che li circondano, come i sostenitori a distanza, hanno il grande compito di credere in loro spronandoli a dare il meglio.

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