Bielorussia. Scagliusi (M5S): “Inaccettabile il ritardo della CAI nell’invio dei documenti richiesti da Minsk. Rischio nuovo blocco delle adozioni: il governo ne è consapevole?”

scagliusi2Il caso delle adozioni in Bielorussia che rischiano un nuovo blocco arriva in Parlamento. Dopo le prime preoccupazioni espresse da membri interni alla maggioranza di governo, ora è l’opposizione a compiere un atto rilevante nel tentativo di far luce sulle motivazioni che potrebbero portare alla chiusura delle adozioni da parte di famiglie italiane di bambini originari del Paese ex sovietico. L’onorevole del Movimento 5 Stelle Emanuele Scagliusi ha infatti depositato alla Camera dei Deputati un’interrogazione al Presidente del Consiglio in cui si chiede al premier quali siano le cause della situazione che si è venuta a creare tra Italia e Bielorussia in materia di adozioni e quando il nostro Paese intenda porre rimedio alle proprie mancanze in materia.

Il riferimento è alla lettera che il 13 gennaio il Centro adozioni nazionale del ministero dell’Istruzione di Minsk ha inviato agli enti autorizzati italiani operanti in Bielorussia per segnalare che la nostra Commissione per le Adozioni Internazionali non aveva ancora inviato un documento indispensabile affinché le coppie italiane possano continuare ad adottare bambini bielorussi. Il documento in questione è quello di “garanzia sulle informazioni obbligatorie delle condizioni di vita e dell’educazione dei bambini” bielorussi accolti in Italia, che comprende anche l’elenco di coppie italiane disponibili all’adozione che ogni ente accreditato in Bielorussia avrebbe già inviato alla Cai. Questo documento, atteso a Minsk entro il 13 settembre 2014, dopo 4 mesi non è ancora pervenuto.

Da qui le domande che Scagliusi rivolge al premier Renzi. Con l’interpellanza, firmata anche da altri 3 deputati M5S, si chiede quindi “quali siano i motivi dell’inaccettabile ritardo per i quali il Centro adozioni nazionale del ministero dell’Istruzione della Bielorussia sia ancora in attesa del documento di garanzia richiesto”. E soprattutto si chiede al capo del governo “quando intenda fornire i documenti richiesti” e se sia “consapevole” che la mancanza di tale atto da parte della Cai sia un ostacolo insuperabile per la futura collaborazione nell’esame delle pratiche di adozioni internazionali dei minori bielorussi da parte dei cittadini italiani”.

Una mancanza che vanificherebbe un difficile lavoro diplomatico che ha portato, dopo l’interruzione del 2008, alla riapertura delle adozioni di bambini bielorussi in Italia solo nel 2014. Un obiettivo al quale hanno concorso, come ricorda l’interpellanza, “gli accordi raggiunti nel 2012” e perfino “l’intervento del Capo dello Stato”.

L’interrogazione scritta presentata dall’onorevole Scagliusi arriva all’indomani delle dichiarazioni del deputato Alessandro Pagano del Nuovo Centrodestra che si è detto decisamente preoccupato per le “gravissime disfunzioni che stanno mettendo in gioco la stessa credibilità del Paese”. “Siamo arrivati al punto – ha spiegato Pagano – che uno Stato sovrano si trova costretto a denunciare la crisi dell’istituto dell’adozione nel nostro Paese. Il risultato di una cattiva gestione di una Commissione Adozioni Internazionali senza alcun controllo politico. Una situazione davanti alla quale il Governo continua a mantenere quello che Pagano ha definito un “silenzio assordante”, per nulla funzionale a risolvere una condizione che rischia di “compromettere gravemente il sistema dell’accoglienza”.

Lo stesso silenzio che per tutto il 2014 il nostro governo ha riservato alle pur numerose interpellanze che i parlamentari delle più diverse forze politiche hanno dedicato al tema delle adozioni internazionali. Lo stesso Scagliusi – che da tempo sta seguendo da vicino le vicende dell’adozione internazionale -, il 15 novembre, si era rivolto all’esecutivo chiedendo che cosa intendesse fare per sbloccare la situazione delle adozioni di 7 coppie italiane che ancora non possono abbracciare i loro figli adottivi congolesi. In quel caso non ci fu risposta. Ora, con una conduzione della Cai che lascia sempre più perplessi, si spera che l’atteggiamento del governo possa finalmente cambiare.