20 novembre. Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Che cosa c’è da festeggiare? Il caso del bambino tolto alla famiglia adottiva

Dopo essere stato abbandonato appena nato e aver passato 3 anni in affidamento preadottivo con una nuova famiglia, il bambino deve essere “restituito” alla mamma naturale. Una storia per riflettere nella Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

Lunedì 20 novembre si celebra la Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, in occasione dell’anniversario dell’adozione della Convenzione sui diritti del fanciullo da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1989. Si tratta di un documento fondamentale che riconosce ai bambini e ai ragazzi il diritto alla vita, alla salute, all’istruzione, alla protezione, alla partecipazione e al rispetto della loro identità.

Quando i diritti dei bambini non sono rispettati

Tuttavia, in Italia e nel mondo, molti di questi diritti sono ancora violati o disattesi, come dimostra il caso del bimbo di 3 anni abbandonato a Ragusa per strada in un sacchetto di plastica il 4 novembre 2020, che ora dovrà essere ‘restituito’ alla madre biologica entro il 28 dicembre, secondo la decisione del tribunale dei minori di Catania.
Il bambino era stato affidato a una famiglia del Siracusano, che lo ha cresciuto e amato come un figlio. Ora, però, la madre naturale, che racconta come, all’epoca, lo avesse consegnato al padre per portarlo in ospedale, ha ottenuto il diritto di riaverlo, nonostante entrambi i genitori naturali siano accusati del reato di abbandono di minore (il padre è già stato condannato, mentre la madre è in attesa di giudizio).
La famiglia affidataria non ci sta, fa ricorso e lancia una petizione che in pochi giorni ha superato 21mila firme. “Non vogliamo permettere che il nostro bimbo sia costretto a subire un secondo abbandono, che provocherebbe un trauma indelebile e irreparabile. Lui conosce una sola mamma e un solo papà da sempre: noi, che lo amiamo incondizionatamente così come lui ama follemente noi”, scrivono i genitori adottivi.
Un appello condivisibile, se ci si pone nei panni di un bambino che è cresciuto per 3 anni in una famiglia e, ora, si ritrova come sospeso in attesa delle conseguenze di chi ha deciso quale fosse il suo “bene maggiore”. Sempre che questa definizione abbia ancora senso, si fronte a questa vicenda.

Quale soluzione per il benessere del bambino abbandonato?

Nella giornata dedicata ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, si spera che la situazione del bambino possa trovare una soluzione equa e rispettosa, che tenga conto del suo benessere e della sua felicità, e che sia un’occasione per riflettere e agire a favore di tutti i bambini e i ragazzi del mondo, che sono il nostro futuro e la nostra speranza.