Mese: Dicembre 2014

Come vengono utilizzati i prodotti che la mia azienda dona ad Ai.Bi.?

In occasione del Natale la mia azienda vorrebbe  effettuare la donazione di una parte della sua produzione a scopo solidale. So che anche voi di Amici dei Bambini, in questo periodo, siete impegnati in iniziative di carattere commerciale a sfondo benefico. È possibile avviare una collaborazione con la vostra associazione? – Risponde Laura Andena (nel ritratto)

Sono 230 milioni i bambini colpiti dalle guerre: sempre di più quelli orfani e abbandonati

Il 2014 è stato l’anno nero dell’infanzia. In tutto il mondo, orrore, paura e disperazione sono stati protagonisti nella vita di milioni di bambini divenuti vittime, testimoni e anche perpetratori di violenze brutali. I dati rendono efficacemente idea di un fenomeno tanto drammatico: 230 milioni di bambini attualmente vivono in aree colpite da conflitti armati.

Adozione: dal “diritto” della coppia ad avere un figlio, al diritto di ogni bambino ad avere una famiglia

In questo momento storico la fecondazione eterologa sembra sia la principale soluzione alla realizzazione del desiderio di genitorialità delle coppie che non possono avere figli. Noi pensiamo invece che ci si debba fare una domanda: “Esistono vie alternative perché la vocazione alla paternità e alla maternità, frutto dell’amore coniugale, possa trovare compimento?” Se da un lato è comprensibile il desiderio di genitorialità, ancora più intenso in coppie affette da sterilità, tuttavia il figlio non è mai qualcosa di dovuto e non è mai da considerarsi un oggetto di proprietà. Il figlio è “un dono”, il più grande, il più gratuito, testimonianza dell’amore dei due.

Mai così tanti morti nel Mediterraneo

È il Mar Mediterraneo la “strada” più pericolosa del mondo. Lo provano i dati presentati dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) in occasione dell’apertura, a Ginevra, di un forum sulla protezione dei migranti in mare.

Bologna: si può vivere anche senza una famiglia ?

I care-leavers diventano protagonisti attivi del loro percorso di vita. Un gruppo di ragazzi che hanno vissuto o stanno vivendo esperienze di accoglienza fuori dalla propria famiglia di origine hanno costituito il “Care Leavers Network” e ora hanno deciso di raccontare le loro vicende e descrivere le loro emozioni.