Pisa. “Sei negra, non puoi avere 10”. Lettere di insulti alla piccola senegalese che vuole diventare avvocato

libri strappatiNon si è mai vista una negra che prende 10 in diritto. Sei negra e perciò non diventerai mai avvocato”. E ancora: “Sei bella ma sfortunatamente sei nata sporca. Con la tua famiglia ve ne dovete tornare al vostro paese. Ne hanno avute per tutti i compagni di scuola di Aida (nome di fantasia): il colore della sua pelle, la sua passione per il diritto, il profitto scolastico, il suo sogno di diventare avvocato, la sua famiglia. Ma lei, 14enne di origine senegalese che dal 2008 vive a Pisa e quest’anno frequenta la prima superiore, non si arrende: “Io non mollo – dice -, al mio 10 non ci rinuncio. Prima di iniziare le superiori nemmeno sapevo cosa fosse il diritto. E invece adesso mi appassiona. Sì, voglio fare l’avvocato e non saranno quelle persone a fermarmi.

“Quelle persone” sono probabilmente alcuni suoi compagni di classe, autori di 6 lettere anonime intrise di ignoranza, invidia, razzismo e rabbia. Scritti pieni di minacce che Aida, dall’inizio di aprile, ha trovato sul computer di classe oppure su fogli di carta lasciati nel suo diario o sul suo banco. Qualcuno le ha anche distrutto libri e quaderni, strappandone le pagine una a una.

Su questi episodi stanno indagando sia il preside della scuola che i carabinieri, a cui il padre della ragazzina sporto denuncia dopo gli ultimi avvenimenti. Per i colpevoli, il dirigente scolastico promette provvedimenti severi, come la sospensione e la bocciatura. “Nei prossimi giorni verranno sentiti i professori – annuncia il preside – per capire che cosa pensano, per farsi raccontare i rapporti tra i ragazzi della classe. È una prima un po’ movimentata – racconta –, ma i problemi fino a ora erano quelli disciplinari classici. Una tale violenza razzista, qui dove il 10% dei nostri 850 studenti sono stranieri, non l’avevamo mai vista. L’invia è già un sentimento deleterio – conclude il dirigente – e se a essa si somma il razzismo si rischia un vero cortocircuito”.

Nella classe di Aida si è parlato molto dell’episodio, anche con il padre della ragazzina  – operaio, in Italia da 15 anni – che ha voluto incontrare i compagni di scuola di sua figlia. Ha strappato un applauso da tutti, quindi anche da chi ha mandato le lettere ad Aida. “E’ una cosa brutta – ha commentato l’uomo -, ma i ragazzi non hanno colpa. Io penso invece ai loro genitori, forse non hanno svolto al meglio il loro ruolo. Fare figli è facile, curare la loro crescita invece è difficilissimo. I giovani sono come un foglio bianco: lo puoi sporcare o ci puoi scrivere sopra bene”.

Da parte sua, Aida, che ha frequentato tutte le scuole a Pisa, dice di non essere mai stata vittima di razzismo prima d’ora, ma spera anche che la scuola prenda provvedimenti. “All’inizio credevo fosse una ragazzata – dice – ma poi la cosa è diventata troppo pesante. Questo è razzismo, non c’entra l’invidia. Agli altri compagni bravi nessuno manda lettere di insulti. In classe tutti dicono di essere dalla mia parte, ma qualcuno mente”.

Sugli episodi è intervenuto anche Matar Ndiaye, presidente della comunità senegalese di Pisa che conta circa 3mila persone. “Succede spesso – ammette –. I bambini di immigrati subiscono insulti razzisti e violenze morali. Accade anche ai bambini adottati. Credo che dobbiamo lavorare molto”.

 

Fonte: Corriere della Sera, la Repubblica