Palermo. Inaugurata culla per la vita: ma sono ancora troppo poche e senza norma

culleIl 22 maggio scorso, ha compiuto 37 anni la legge 194/1978 per la tutela della gravidanza e sull’interruzione volontaria della gravidanza. Grazie ad essa, 5 milioni e otto centomila bambini sono stati eliminati legalmente prima di nascere.
Non è mai stato dato corso invece alle finalità preventive della stessa legge, evitando di attivare i sostegni previsti per le gestanti in difficoltà e rinunciando a proporre qualunque alternativa a chi chiedeva di interrompere la gravidanza, fino a trasformare di fatto l’aborto in un diritto individuale.

Lo testimonia anche il diffondersi della fecondazione eterologa e delle pratiche riguardanti la compravendita di gameti e gli uteri in affitto, che ad essa sono connesse.
Contro tutto questo sono pochi gli strumenti messi a disposizione delle donne che non vogliono interrompere la propria gravidanza, e quelli esistenti sono poco conosciuti.  Come le culle per la vita: una cinquantina in tutta Italia. L’ultima, riaperta dopo 2 anni di chiusura per motivi politico-burocratici, è quella di Palermo, presso l’Istituto San Vincenzo delle Figlie della Carità. Il taglio del nastro è stato preceduto da un convegno “Un bambino sta bene nella culla” che si è svolto alla presenza, tra gli altri, del sindaco della città Leoluca Orlando e della presidente del Movimento per la Vita Rosa Rao Cassarà.

A questa e alle altre sparse lungo lo Stivale, va ad aggiungersi quella che Ai.Bi., Amici dei Bambini,  realizzerà all’interno della Family House, la clinica per la cura dell’abbandono, nel milanese.

Ma cosa sono le culle per la vita? E quante sono? In Italia manca ad oggi, un elenco ufficiale, una mappatura di facile consultazione e accessibilità. Se ne contano circa una cinquantina più o meno distribuite sul territorio nazionale. E non solo, Ai.Bi. presto pubblicherà una mappa dettagliata di tutte le culle termiche presenti sul territorio italiano in modo da agevolare la donna che,  nel momento di mettere in atto la sua scelta, potrà agevolmente consultare l’elenco e scegliere quella più vicina.

Come funziona la culla termica? Premendo un pulsante è possibile far aprire la nicchia, depositare il neonato e allontanarsi senza essere inquadrati dalle telecamere.  Queste, infatti, rilevano solo la presenza del neonato all’interno del vano e, attraverso un sensore, segnalano la presenza del bambino al personale sanitario. Oltre a garantire l’anonimato di chi vi lascia i neonati, la culla per la vita è dotata di una serie di dispositivi – riscaldamento, chiusura in sicurezza della botola, presidio di controllo 24 ore su 24 e rete con il servizio di soccorso medico – che permettono il pronto intervento per la salvaguardia del bambino.

Adagiare il bambino nella culla non costituisce un reato poiché si applica la stessa normativa dell’abbandono in ospedale: ovvero la culla è costruita per salvare una vita umana. Sarà immediato il soccorso sanitario e il contemporaneo avviso al Tribunale per i minori che provvederà all’adozione del neonato.

C’è chi afferma che la “Culla per la Vita” faciliti l’abbandono/reato e, dunque, costituisce una sorta di istigazione a delinquere. Ma, rileggendo l’art. 591 del Codice penale, dove per abbandono s’intende il fatto di lasciare un minore “in balia di se stesso”, non risulta tale la deposizione di un neonato nella culla perché essa è costruita al fine di accoglierlo e salvarlo da morte certa in altro luogo.

Inoltre con la culla, non avviene né l’occultamento del neonato, né l’alterazione dello stato civile: il neonato non viene prelevato da nessun privato ma consegnato immediatamente al Tribunale per i minorenni.Infine, secondo l’art. 568 del codice penale, non essendo denunciata la nascita da chi lo abbandona, non può trovarsi ad essere punito colui che, in assoluto anonimato, lo deposita nella Culla quale ultimo atto di umana pietà, per salvarlo.

Fonte: Avvenire