Unioni civili. I genitori degli omosessuali: “Il ddl Cirinnà? Discriminatorio verso i gay: non riesce ad accettare la diversità”

genitori di figli gayL’equiparazione delle unioni gay al matrimonio? Rischia di generare ulteriore discriminazione e avversione verso gli omosessuali. Altro che cambiare in positivo la “visione sociale dell’omosessualità”! Quest’ultima, infatti, è una realtà ben più complessa di quella prospettata dal disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili. Parola dell’Agapo, l’Associazione genitori e amici di persone omosessuali, che rivolge un appello ai senatori di tutti gli schieramenti chiedendo loro di non aggiungere, attraverso l’approvazione dell’attuale testo del ddl, ulteriori sofferenze a quello che i loro figli e amici già devono quotidianamente affrontare.

“Cari senatori – scrivono i membri dell’Agapo in una lunga lettera -, siete sulla strada sbagliata. Se la legge passerà senza variazioni finirete per infliggere ai nostri figli una sofferenza aggiuntiva, quella che deriva dalla volontà di offuscare il reale per affermare una situazione inesistente. Ecco perché, quindi, è necessario stralciare dal disegno di legge gli aspetti più negativi per gli stessi omosessuali, a cominciare dalla stepchild adoption e dall’equiparazione delle unioni tra persone dello stesso sesso al matrimonio. Quest’ultima, in particolare, secondo l’Agapo, lungi dall’essere una forma di apertura, costituirebbe un ulteriore gesto di chiusura verso il mondo omosessuale. Una pretesa sintomo di mancata accettazione del diverso, segno di un’omofobia non elaborata da parte della società che a tutt’oggi non riesce a immaginare l’altro se non uguale agli altri, ossia se non vive in un matrimonio ‘ugualitario’”.

A dimostrarlo, del resto, sono dati storici precisi. I Paesi che oggi concedono i più larghi diritti civili agli omosessuali – Stati Uniti, Olanda, Germania – sono anche quelli che, ricorda l’Agapo, “si sono resi colpevoli dei maggiori crimini verso gli omosessuali”.

Due le puntualizzazioni dell’Agapo a sostegno di questa tesi. Innanzitutto, precisa l’associazione, gli omosessuali che fanno riferimento alla cultura delle lobby Lgbt sono una ristretta minoranza, mentre “chi vive sulla propria pelle questa condizione sceglie molto spesso il silenzio”. Ed è evidente, quindi, che la maggioranza delle coppie omosessuali accetta i limiti intrinseci alla sua condizione biologica che rendono impossibile la generazione”. Allo stesso modo, dunque, le legge non dovrebbe prospettare una situazione diversa dalla realtà propria della condizione omosessuale. Ecco perché l’Agapo non esita a definire l’equiparazione delle unioni gay al matrimonio come una violazione per via legale della diversità antropologica che è un dato di realtà. “Un’inutile semplificazione a livello istituzionale”, influenzata da rivendicazioni ideologiche e obiettivi politici che non tiene in alcun conto le reali sofferenze delle persone omosessuali.

 

Fonte: Avvenire